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Divieti per deltaplani e parapendii, appassionati in fuga

Il parapendio in volo sui campi
Il parapendio in volo sui campi

Disposizioni penalizzanti firmate dal sindaco Luigi Mastino. Vincenzo Piras di un'associazione di volo: gli sportivi andranno in luoghi alternativi

17 dicembre 2014
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BOSA. Fa discutere la recente ordinanza del sindaco che vieta l’atterraggio di parapendio e deltaplani a Pedras Nieddas e sulla passeggiata del viale Mediterraneo, a Bosa Marina. Dettata da ragioni di sicurezza dopo le segnalazioni di alcuni cittadini, ecco le motivazioni del provvedimento di Luigi Mastino.

«Dopo i divieti che già impongono altre norme sulle zone Sic del Marrargiu ad esempio, questo provvedimento spinge molti appassionati a guardare verso altre località come punto di riferimento, anche turistico» commenta Vincenzo Piras, esperto di immersioni e amante e praticante di questo sport. La vicenda del viavai aereo e terrestre nell’area di Pedras Nieddas prende avvio nel mese di novembre. Quando l’amministrazione convoca una riunione per discutere delle segnalazioni arrivate in Comune. All’incontro vengono invitati i rappresentanti delle associazioni sarde che praticano questo sport e quelli di categoria dei servizi d’accoglienza locale. Anche perché quella del volo libero è una delle discipline che rientrano nell’ambito del turismo attivo, celebrato a Bosa nella Bitas.

Qualche settimana e il sindaco firma quindi l’ordinanza: che vieta l’atterraggio nell’area della piazzetta di Pedras Nieddas e sul lungomare Mediterraneo. «Ovviamente non il volo o la possibilità di dispiegare le attrezzature a Pedras Nieddas, oppure ancora di atterrare in spiaggia. Quest’ultima possibilità è preclusa infatti solo nei mesi stabiliti dall’ordinanza balneare della Capitaneria di Porto» puntualizza Vincenzo Piras. Che rivela «Dell’ordinanza si è discusso nelle due principali associazioni di volo libero della Sardegna, a cui io appartengo, e la tendenza futura è quella di evitare Bosa. Che pure ha delle particolari caratteristiche attrattive», tanto che diversi impegni già presi con alcuni alberghi sarebbero stati cancellati da gruppi in arrivo dal nord Europa. Insomma gli appassionati del settore guarderanno ora verso Bortigali, dove il Comune offre già e sta incrementando i servizi e le infrastrutture per il volo libero, oppure nel sassarese (a Chiaramonti o Littigheddu), o ancora nel basso Campidano. «Lì infatti ci si adopera per sviluppare questo tipo di attività ricreative. Quello del volo a vela è infatti un settore importante del turismo attivo, e credo che l’amministrazione dovrebbe tenerne conto. Magari cercando di trovare soluzioni che permettano di svilupparne le potenzialità» la finale convinzione di Vincenzo Piras. Che ricorda che nel 2011 era stata presentata in Comune una richiesta per la realizzazione di uno spazio di atterraggio nella vasta area della spiaggia di Bosa Marina lontana da bagnanti e ombrelloni. Che, adeguatamente segnalata e delimitata, potrebbe essere utilizzata tutto l’anno. Una soluzione che magari riuscirebbe a far riallacciare i nodi della convivenza tra ragioni di sicurezza e amanti del volo libero a Bosa. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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