La Nuova Sardegna

Oristano

Decisione ribaltata, il tribunale sequestra la strada sterrata

di Enrico Carta

San Vero Milis, il collegio modifica il provvedimento del gip «Il passaggio accanto a Sa Salina Manna dev’essere chiuso»

12 dicembre 2014
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SAN VERO MILIS. La strada di Sa Salina Manna finisce sotto sequestro. Il collegio del tribunale la pensa diversamente dal giudice per le indagini preliminari e, probabilmente già da oggi, la polizia giudiziaria muoverà i primi passi per chiudere lo sterrato al centro di una polemica infinita. Lo farà attraverso il Comune al quale chiederà di posizionare delle barriere in cemento armato a prova di auto e di automobilisti indisciplinati che non rispettano il divieto di transito.

Il cambio di rotta è stato comunicato ieri mattina. Il collegio, presieduto da Modestino Villani, giudici a latere Francesco Mameli e Riccardo Ariu, ha ritenuto che il passaggio delle auto o di altri veicoli altro non faccia se non incrementare i danni. Quindi gli effetti prodotti dal reato contestato, sul quale secondo i giudici esistono forti indizi sebbene le indagini non siano concluse, verrebbero amplificati nel caso in cui la strada rimanesse aperta al traffico. Il colore rossastro che si leva al passaggio di ogni veicolo e finisce nelle acque della vicina salina è dovuto al particolare tipo di terra che era stata usata per creare la strada sterrata che doveva prendere il posto del lungomare in asfalto chiuso al traffico da diversi mesi, perché oggetto dell’intervento di rinaturalizzazione del lungomare tra Putzu Idu e Mandriola.

Gli agenti atmosferici da soli, a differenza di quanto aveva sostenuto il giudice per le indagini preliminari, Silvia Palmas, non sono quindi gli unici responsabili dell’attuale danneggiamento ambientale, reato che viene contestato al geometra comunale Vincenzo Caria che, in quanto responsabile del procedimento amministrativo, rimane l’unico indagato nell’inchiesta condotta dal pubblico ministero Andrea Padalino Morichini e affidata agli agenti di polizia giudiziaria del Corpo Forestale e di vigilanza ambientale.

La procura, affiancata dal comitato di cittadini assistito dall’avvocato Rossella Oppo, può ora proseguire senza attendere un eventuale ricorso in Cassazione, perché il sequestro dello sterrato può essere reso esecutivo sin dal momento in cui viene notificato il provvedimento preso in appello. A presentare il ricorso in Cassazione dovrebbe essere l’indagato, che è assistito dall’avvocato Roberto Salaris. Viene però difficile pensare che vada ad impegnarsi in un passaggio giudiziario dal quale non trarrebbe alcun vantaggio anche se la strada venisse dissequestrata. Allo stesso tempo sembra improbabile che il Comune voglia spendere dei soldi per il medesimo motivo, tanto più ora che il traffico verso le località marine è alquanto limitato e che comunque rimane aperta la strada che passa da Sa Rocca Tunda, unica via d’accesso per Mandriola sino a quando il terriccio rossastro non sarà sostituito con dell’altro materiale compatibile con l’ambiente circostante.

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