La Nuova Sardegna

Oristano

I sindaci cercano un paracadute per il Gal

di Maria Antonietta Cossu
I sindaci cercano un paracadute per il Gal

Abbasanta, una mediazione con la Regione entro quindici giorni per cercare di evitare il fallimento

10 dicembre 2014
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ABBASANTA. La missione dei sindaci: evitare il fallimento del Gal Terre Shardana. Ieri il testimone è passato provvisoriamente dal liquidatore agli amministratori locali, che avvieranno una mediazione con la Regione. La soluzione di riserva è la ricapitalizzazione e un fallimento su tutta la linea porterà a un solo epilogo: la consegna dei libri contabili in tribunale.

Il quadro tracciato dal consulente della società consortile a un mese e mezzo dall’affidamento dell’incarico delinea, infatti, una situazione economico e finanziaria vicina a un punto di non ritorno. La relazione esposta ieri all’assemblea non lascia intravedere alcun margine di recupero se non attraverso una forte azione politica che induca la Regione a rivedere le sue posizioni. Questa la via indicata da Vito Meloni ai soci convocati nel quartier generale di Losa per un aggiornamento sulla ricognizione del bilancio e sul dialogo aperto con l’assessorato, che però non sembra disposto ad arretrare di un passo rispetto al diniego opposto finora alla richiesta del riconoscimento dei crediti vantati dal Gal. Queste somme sono state considerate non dovute in quanto non giustificate correttamente con fatture originali e quindi non giustificabili. Parere su cui ovviamente pesa la sentenza del Tar, che ha respinto il ricorso del Gal sulle rendicontazioni contestate dalla Regione. Importi che, per effetto della sanzione, raddoppiano facendo lievitare il deficit di bilancio.

Il debito è uno dei tasti più dolenti dell’intera faccenda e, se nessuno impedirà che la situazione precipiti, le passività sfonderanno il tetto del milione e mezzo di euro. Un eventuale fallimento della mediazione, inoltre, decreterebbe la perdita di cinque milioni e mezzo di euro delle dotazioni messe a bando per i Comuni.

Ieri è cominciata la corsa contro il tempo per salvare il salvabile, con il liquidatore che ha concesso quindici giorni per concertare una soluzione con la Regione prima di convocare nuovamente l’assemblea e valutare altre opzioni. Gli amministratori – erano presenti i delegati di Sedilo, Bidonì, Abbasanta, Soddì, Boroneddu, Aidomaggiore, Santu Lussurgiu, Milis, Solarussa, Tramatza e il presidente della giunta provinciale Massimiliano De Seneen – avvieranno la mobilitazione istituzionale. Come extrema ratio sarà riconsiderata l’opportunità di ricostituire il capitale con almeno 150mila euro. Alcuni sindaci si sono mostrati propensi a questo sacrificio in mancanza di alternative; altri hanno avanzato forti riserve. Scettici anche diversi rappresentanti della parte privata, ieri rappresentata da Bic Sardegna, Fincoop, Confapi, Fidicoop e Confartigianato.

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