La Nuova Sardegna

Oristano

Chioschi abusivi sul lungomare, una condanna e due assoluzioni

di Enrico Carta
Chioschi abusivi sul lungomare, una condanna e due assoluzioni

San Vero Milis, nove mesi all’ex dirigente dell’Ufficio tecnico comunale per reati urbanistici Ma in un processo simile la corte d’Appello ha ribaltato qualche giorno fa una sentenza di primo grado

26 novembre 2014
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SAN VERO MILIS. È colpevole uno solo dei tre imputati. È il geometra Vincenzo Caria, ex dirigente dell’Ufficio tecnico comunale, ma le vicende processuali che lo vedono coinvolto potrebbero essere a un bivio. Sicuramente qualcosa di importante sembra essere accaduto tra ieri e i giorni passati. Se il tribunale di Oristano continua a condannarlo per reati urbanistici, com’è avvenuto di fronte al giudice monocratico Francesco Mameli, per il medesimo motivo e per un caso molto simile, in corte d’Appello a Cagliari, lo stesso Vincenzo Caria ha incassato l’assoluzione e questo è segno di un orientamento giurisprudenziale differente tra i due tribunali.

A questo punto viene da chiedersi che cosa accadrà ai processi di primo grado: sono tutti destinati ad essere ribaltati come nell’ultimo caso dalla corte d’Appello? A Cagliari i giudici hanno assolto il geometra e le due imputate Anna Suella e Debora Galassi, accusate di abusi edilizi a S’Arena Scoada per aver ricavato due abitazioni da quella originaria.

Leggermente diversa era invece la vicenda processuale che l’ha visto coinvolto e per la quale ha subito la condanna a nove mesi, mentre sono stati assolti i gestori di due chioschi che esercitavano la loro attività nella marina, Maurizio Espa e Salvatore Angelo Fenu. Questi ultimi erano finiti sotto processo perché titolari di quelle concessioni stagionali che Vincenzo Caria, secondo il pubblico ministero Andrea Padalino Morichini, aveva rilasciato.

Per l’accusa e successivamente anche per il giudice, queste erano assolutamente illegittime e avrebbero dato vita a una violazione urbanistica per la quale sono stati chiesti i nove mesi di condanna poi effettivamente comminati all’ex dirigente comunale. Il pubblico ministero ha invece sollecitato per primo l’assoluzione per i due titolari dei chioschi, trovando ovviamente sponda anche negli avvocati difensori, Paolo Todde e Barbara Corda, che a loro volta hanno ribadito come dei semplici cittadini non fossero in grado di valutare o meno la bontà di quelle concessioni.

Sulla posizione di Vincenzo Caria c’è stata invece maggiore battaglia. L’avvocato difensore Roberto Salaris, citando anche la recente sentenza della corte d’Appello, ha messo in rilievo come la legge regionale vigente all’epoca consentisse di rilasciare le autorizzazioni per l’installazione temporanea dei chioschi. Non è però bastato per convincere il giudice e arrivare all’assoluzione.

Questo è però solo il processo di primo grado e inevitabilmente sorge il dubbio su come si comporterà la corte d’Appello, dove il processo approderà. Seguirà l’orientamento oristanese sulla materia edilizia oppure quello dei magistrati cagliaritani? La differenza non è poca, è quella che passa tra una condanna e un’assoluzione.

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