La Nuova Sardegna

Oristano

Pochi rispondono all’appello del Comitato

di Piero Marongiu

Narbolia, scarse adesioni all’assemblea organizzata dal gruppo S’Arrieddu sulle serre fotovoltaiche

23 novembre 2014
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NARBOLIA. La soddisfazione per la vittoria ottenuta davanti al Tar a luglio per i comitati che si oppongono alla centrale fotovoltaica realizzata dalla EnerVitaBio a s’Arrieddu, è durata poco. Come è noto la società cinese, affiancata dalla Regione Sarda, ha presentato un ricorso al Consiglio di Stato. La doccia fredda per i ricorrenti, Adiconsum, Comitato s’Arrieddu per Narbolia, cittadini locali e Italia Nostra, si è manifestata quando il Consiglio di Stato ha imposto una sospensiva degli effetti della sentenza del Tribunale amministrativo sardo.

«Quello che amareggia maggiormente - ha detto Giorgio Vargiu, presidente Regionale di Adiconsum, durante l’assemblea che si è svolta ieri mattina a Narbolia - è la posizione assunta dalla Regione, che a parole dice di essere al fianco dei Comitati che combattono per proteggere i propri territori dalle mire speculative delle multinazionali, mentre con i fatti si è schiera in favore degli speculatori».

All’assemblea erano stati invitati anche il presidente della Regione Francesco Pigliaru e l’assessore Regionale all’agricoltura Elisabetta Falchi (assenti per impegni istituzionali). Assenti anche i sindacati (ad eccezione della Cisl), le associazioni locali, le istituzioni, i politici. Solo una decina i cittadini narboliesi presenti insieme al sindaco Maria Giovanna Pisanu (che non ha voluto rilasciare dichiarazioni).

«La cosa grave - ha detto Vargiu - non è l’assenza dei cittadini, ma dei soggetti politici, dei sindacati, delle istituzioni e delle associazioni. Siamo stati lasciati soli in questa battaglia, ma lo sapevamo».

Gli fa eco Pietro Porcedda, portavoce del Comitato s’Arrieddu per Narbolia: «I nostri concittadini - dice - hanno sempre sostenuto le azioni che stiamo portando avanti per salvaguardare il territorio, e sono sicuro che continueranno a farlo. Dopo la posizione assunta dalla Regione - prosegue Porcedda - per noi diventa difficile credere ancora nell’azione politica. Quello che sta accadendo qui è il frutto di norme poco chiare che consentono alle grandi società di togliere ai sardi grandi estensioni di terreno agricolo per realizzare speculazioni finanziarie. L’impianto di s’Arrieddu - conclude Porcedda - insiste su un’area di circa 64 ettari, e con i suoi 107 mila pannelli fotovoltaici, che ricoprono 1613 serre da 200 metri quadri l’una ancorate al terreno con 33 mila plinti di cemento armato, è in grado di produrre oltre 25 megawatt di corrente, dalla cui vendita all’Enel la società incassa oltre tre milioni di euro».

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