La Nuova Sardegna

Oristano

Degrado a Cornus, Pes scrive al ministro

Cuglieri. Il sito archeologico è in condizioni preoccupanti, la parlamentare Pd chiede un intervento

15 novembre 2014
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CUGLIERI. Mont‘e Prama, Tharros e non solo. La provincia di Oristano vanta siti archeologi di eccezionale interesse e valore, ma non tutti sono oppurtunamente tutelati e valorizzati. L’area archeologica di Cornus è tra questi; secondo quanto stimato dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici per le province di Cagliari e Oristano servirebbero circa 150mila euro per garantire il sostegno economico necessario alla tutela e valorizzazione.

Queste cifre sono contenute in una interrogazione rivolta al ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo Dario Franceschini dalla parlamentare (Pd) Caterina Pes. La parlamentare sottolinea che l’area versa in uno stato «di progressivo degrado e necessita di urgenti interventi di consolidamento delle strutture e di valorizzazione, al fine di renderla accessibile e fruibile da turisti e studiosi».

Come ricorda la stessa Pes, «questo sito è considerato di eccezionale interesse dagli studiosi di archeologia medievale». Citando, l’intervento di Letizia Pani Ermini, ordinaria di Archeologia Medievale all'Università degli Studi di Roma La Sapienza e direttore del Dipartimento di Scienze Storiche Archeologiche e Antropologiche dell'Antichità, già a capo dal 1976 di campagne di scavo,il complesso episcopale dell'antica città punica e romana di Cornus è «unico esempio in Italia sul piano archeologico di un'insula episcopalis completa nelle sue strutture, con la chiesa vescovile, il battistero, la basilica funeraria, l'area cimiteriale sub divo, il palazzo episcopale, gli impianti artigianali, un complesso rimasto in vita dal IV almeno all'VIII secolo». Insomma, sottolinea l’esponente Pd, «un sito eccezionale per la sua completezza e unicità. Inoltre gli studi sin qui condotti affermano che Cornus venne fondata dai Cartaginesi alla fine del IV sec. a.C. e che ebbe una continuità di vita sino al periodo tardo-antico».

Queste e altre considerazioni chiariscono l’importanza storica-artistica di Cornus, «dove – scrive ancora Pes – le differenti civiltà cartaginese prima e romana poi hanno lasciato ingenti segni materiali della propria cultura, ai quali in seguito si sono aggiunte le importantissime strutture tardo antiche, rari esempi di architetture basilicali paleocristiane nell'isola sarda, che per la particolare composizione rendono questo sito unico».

Ecco perchè al Ministero si chiede quali iniziative vengano assunte per bloccare lo stato di degrado, valorizzarlo e tutelarlo.

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