La Nuova Sardegna

Oristano

SEDILO

I 200 anni dell’Arma e i caduti Il commosso tributo del paese

I 200 anni dell’Arma e i caduti Il commosso tributo del paese

SEDILO. Duecento anni di storia scolpiti nella pietra. Li rievoca l’iscrizione sul manufatto che campeggia sulla facciata della caserma. La lastra è stata scoperta ieri durante le celebrazioni...

09 novembre 2014
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SEDILO. Duecento anni di storia scolpiti nella pietra. Li rievoca l’iscrizione sul manufatto che campeggia sulla facciata della caserma. La lastra è stata scoperta ieri durante le celebrazioni per il bicentenario dell’Arma e della commemorazione dei caduti in guerra organizzate dal Comune. La ricorrenza ha richiamato in paese le più alte cariche del Comando provinciale dei carabinieri, della Compagnia di Ghilarza, dei Cacciatori di Sardegna, del 9° Battaglione Carabinieri Sardegna, esponenti dell’Aeronautica militare, delegazioni di ex combattenti e dell’associazione nazionale carabinieri. È stata l’occasione per riaffermare la sacralità dei valori di democrazia e libertà conquistati grazie alle migliaia di militari e di civili che s’immolarono sull’altare della pace. Un pesante tributo di sangue ricordato attraverso il sacrificio dei singoli, come il carabiniere Giovanni Mongili, che dopo l’armistizio si unì ai partigiani e morì in combattimento in Jugoslavia. Un esempio e un monito per le nuove generazioni, non sempre consapevoli della portata dell’eredità ricevuta. Alla giovane platea di studenti si è rivolto il sindaco. «Costruiamo, giorno per giorno, ideali di convivenza e di rispetto reciproco anche dei diversi, perché noi stessi siamo stati diversi», ha esortato Umberto Cocco riferendosi agli emigrati di Sedilo. Il generale Gianfrancesco Siazzu ha insistito sulla necessità di ricordare la lezione della Storia attraverso le sue vittime e i suoi eroi, e di metterne a parte le generazioni future. «È maestra di vita» ha detto l’ ex comandante generale dell’Arma auspicando che «il seme di ciò che raccontiamo oggi possa germogliare nelle menti dei giovani, affinché un domani pensino a chi è morto anche per loro». L’ultimo atto della cerimonia si è svolto sulle note dell’Inno d’Italia eseguito dal Trio Greco davanti alla stazione dei carabinieri, dove i nipoti di Giovanni Mongili, Salvatore e Pierangela, hanno rimosso il drappo blu sotto cui si celava l’epigrafe «Sedilo ai carabinieri per i duecento anni dell’Arma».

Maria Antonietta Cossu

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