La Nuova Sardegna

Oristano

«Regole certe per la raccolta dei tartufi»

Il sindaco di Laconi, Paolo Pisu, ha emanato ordinanze di fatto inutili senza una legge-quadro

08 novembre 2014
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LACONI. La Regione nicchia sulle decisioni da prendere a tutela dell'oro nero del Sarcidano e il Sindaco Pisu rompe gli indugi. Scrive al Presidente della quinta Commissione permanente del Consiglio regionale, Luigi Lotto, per chiedere, «anche a nome dei Sindaci di Nurallao e Isili, dei Presidente della Pro loco e operatori del settore», un' audizione «per capire l'andamento delle proposte di legge riguardanti le norme in materia di raccolta e coltivazione dei tartufi».

L'urgenza impone una accelerazione perché, nonostante i proclamati impegni dei tanti Presidenti di Commissione, Assessori e Consiglieri regionali succedutisi negli ultimi anni, tutti pronti a parole a risolvere il problema con una buona legge, e a tutt'oggi «non si è riusciti non solo ad approvare questa leggina, ma neppure ad interloquire proficuamente tra istituzioni».

Il vuoto legislativo, intanto, favorisce i vandali nella devastazione di un notevole patrimonio economico naturalistico nei territori di Laconi e Nurallao ed arreca un grave danno a tutta la comunità.

Già nel 2012 il sindaco Pisu era intervenuto decisamente sulla materia emanando una perentoria ordinanza. L'ordinanza sindacale prevede precise regole per i raccoglitori, dettate proprio dalla preoccupazione di salvaguardare l'habitat naturale.

Vincola i cercatori al possesso di un tesserino annuale rilasciato dal Comune e stabilisce che «la raccolta è consentita solo per esemplari maturi e solamente mediante l''impiego obbligatorio di cani addestrati»; stabilisce, inoltre la quantità massima individuale di raccolta, fissandola in 1 chilo al giorno, quantità estesa a 10 Kg per i proprietari e i conduttori a vario titolo dei fondi.

Sui fondi privati limita l'accesso al consenso dei proprietari e fa salvo il divieto di accesso ai sensi dell'articoli 841 del codice civile. Sono norme ben precise che, se rispettate, limiterebbero notevolmente la platea dei cercatori e salvaguarderebbero il territorio da orde di cercatori improvvisati. Purtroppo «le ordinanze – scrive Pisu – sono rese inefficaci dalla mancanza della normativa regionale. Sarebbe un peccato continuare a sprecare questa opportunità di lavoro e sviluppo che questa materia prima può creare, tra l'altro in comuni dove la crisi economica , l'emigrazione e la denatalità stanno riducendo le nostre comunità in condizioni davvero drammatiche».

Ivana Fulghesu

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