La Nuova Sardegna

Oristano

mont’e prama

Una tempera con i Giganti alla maratona di Atene

Il maratoneta Andrea Mulas durante una gara in Egitto
Il maratoneta Andrea Mulas durante una gara in Egitto

Il maratoneta oristanese Andrea Mulas porterà con sé lungo i 42 chilometri della gara una tela del pittore Alessio Bachis

06 novembre 2014
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CABRAS. I giganti di Mont’e Prama sbarcano alla maratona di Atene. Non c’è da preoccuparsi, perché le statue non lasceranno la Sardegna, ma saranno presenti nella culla della civiltà occidentale attraverso una tela del pittore Alessio Bachis che il maratoneta oristanese Andrea Mulas porterà con sé lungo i 42 chilometri della gara che per lui assume ovviamente un aspetto quanto mai evocativo.

Atene è la patria della maratona a cui è collegato il leggendario episodio della prima guerra persiana, ma la storia del Mediterraneo deve ormai passare per una rivisitazione che includa anche quel che nel 1000 avanti Cristo succedeva nel Sinis. E così la simbologia della corsa che si svolgerà domenica si incrocia con quelle due culture ataviche che si incontrano tra la strade della città che fu anche la patria della prima edizione delle olimpiadi moderne. Nel 1896, il greco Spyridon Louis corse con il tipico costume rurale riuscendo nell’impresa di vincere la gara.

Domenica Andrea Mulas si presenterà al via, come ha già fatto in altre maratone, col costume sardo bianco e nero. È un omaggio alla sua terra, che ovviamente sarà rappresentata dalla tempera che ritrae il gigante di Mont’e Prama e da un pugno di terra del Sinis raccolto durante gli allenamenti preparatori per la gara di Atene. «È come se fossero ceneri che si risvegliano – spiega Andrea Mulas – e lo fanno nel momento in cui due popoli così antichi si incontrano». Un messaggio quindi che va oltre la gara in sé, dedicata oltre che ai giganti di pietra anche all’amico Luca Moro recentemente scomparso. (e.c.)

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