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Morte sul lavoro, l’ispettore della Asl: «Sicurezza violata»

CABRAS. Parlano i primi tre testimoni, in attesa della sentenza che probabilmente verrà pronunciata già nella prossima udienza, fissata dal giudice monocratico Francesco Mameli per il 16 giugno. Ad...

05 novembre 2014
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CABRAS. Parlano i primi tre testimoni, in attesa della sentenza che probabilmente verrà pronunciata già nella prossima udienza, fissata dal giudice monocratico Francesco Mameli per il 16 giugno. Ad essere accusato di omicidio colposo è il cabrarese Costantino Casula, difeso dall’avvocato Carlo Pau e proprietario del terreno in cui nel maggio del 2011 morì il suo dipendente Ettore Loi, i cui familiari sono parte civile assistiti dall’avvocato Cristina Puddu. La sua vita fu spezzata da una sbarra di ferro con la quale si cercava di far funzionare una vecchia motopompa. La sbarra lo colpì al collo provocandogli la morte per dissanguamento e di questo si occuperà, nella prossima udienza, il medico legale. Ieri invece è stata la volta delle testimonianze di un vicino di terreno, che è anche agente di polizia; dell’agente di polizia giudiziaria che condusse l’indagine; infine dell’ispettore della Asl che esaminò le questioni relative alla sicurezza sul luogo di lavoro e alle mansioni che dovevano essere svolte da Ettore Loi. Ci sono stati numerosi rilievi, a partire dall’utilizzo della sbarra per concludere con la mancata formazione del personale per quel tipo di attività.

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