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In sei mesi 91 casi di violenza sulle donne

In provincia denunciati 91 casi di violenza sulle donne in sei mesi
In provincia denunciati 91 casi di violenza sulle donne in sei mesi

I dati della prefettura sulle denunce presentate a polizia e carabinieri nel territorio

30 ottobre 2014
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ORISTANO Ottantadue denunce e nove interventi d'ufficio. Sono 91, complessivamente, i casi di violenza sulle donne registrati da Polizia e Carabinieri nel corso dei primi sei mesi del 2014.

I dati sono stati raccolti ed elaborati dalla Prefettura di Oristano nell'ambito di un progetto previsto da un protocollo d'intesa interistituzionale in materia di prevenzione e contrasto della violenza sulle donne e finalizzato a individuare strumenti e iniziative per favorirne la prevenzione e il contrasto. Poco meno della metà dei casi, il 46,47 per cento, riguarda violenze di tipo psicologico.

Quelle di tipo fisico costituiscono comunque un buon 32,61 per cento, contro un 15 per cento circa di atti persecutori e poco più del cinque per cento di tipo economico. L'indagine non registra invece nessun caso di violenza di tipo sessuale.

Nella maggior parte dei casi, l'ambito della violenza è quello familiare. Ex mariti (oltre il 44 per cento) e mariti (19 per cento) ma anche partner convivente e figli fanno la loro parte. La fascia d'età più pericolosa è quella tra i 31 e i 45 anni (quasi il 53 per cento) seguita da quella tra i 45 e i 65 anni (più del 28 per cento) mentre il grado di istruzione degli autori delle violenze non va quasi mai oltre la scuola media, così come per le vittime.

Queste sono per la maggior parte casalinghe o disoccupate, ma tra di loro c'è anche un 25 per cento di donne che lavora, e hanno per il 36 per cento un'età compresa tra 31 e 45 anni e per oltre il 51 per cento superiore a 45 anni. Per quanto riguarda la distribuzione territoriale delle violenze, l'area più a rischio è il Campidano con l'84 per cento dei casi, seguito dal Guilcier (13 per cento) e dal Barigadu (3 per cento). Nessun caso invece nei paesi della Marmilla e del Montiferru.

Proprio nei giorni scorsi la neo presidente della commissione comunale Pari opportunità, Daniela Nurra, aveva lanciato un allarme per il taglio ai fondi destinati alla casa protetta, che ha in gestione il Centro antiviolenza Donna Eleonora di Oristano. I tagli agli stanziamenti regionali, infatti, rischiano di mettere in pericolo la prosecuzione dell’attività che a fine anno potrebbe cessare.

Dalla Regione dovrebbero arrivare in base alle recenti ripartizioni appena 26 mila euro per il funzionamento del Centro e solo 55 mila euro per la gestione della casa di accoglienza di donne e minori. Troppo pochi per tenere in piedi il servizio affidato attualmente alla Cooperativa L’albero della vita di Milano, che impiega sei addetti con contratti part time. «Non è superfluo ricordare – aveva detto Daniela Nurra – che il Centro Antiviolenza Donna Eleonora, opera fin dal 2010. Ad oggi sono 230 le donne accolte e assistite. Da gennaio a settembre sono 60 le nuove donne che hanno preso contatto con il Centro e undici sono le segnalazioni provenienti da altri servizi del territorio. Nel corso dell’anno sono quattro le donne e sei i minori inseriti nella casa di accoglienza».

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