Esercitazioni sull’Omodeo Nasce un nuovo comitato
Prossima azione di protesta tra quindici giorni vicino al poligono del Caip, a Zuri In una azione dimostrativa nell’area di S’Aspru ritrovati bossoli e proiettili
GHILARZA. Il fronte anti-poligono ha un nuovo alleato. Sul territorio si sta costituendo un comitato deciso a dar battaglia sulla questione delle esercitazioni militari in riva all’Omodeo. La prima azione di protesta si svolgerà il 15 novembre a Zuri, a pochi chilometri dal campo di tiro del Caip. I promotori dell’iniziativa vogliono impedire che cada il silenzio sulla vertenza aperta dalle amministrazioni di alcuni Comuni rivieraschi con i vertici del Caip, della Questura e con la stessa Regione. Appena qualche giorno fa, a Sorradile, l’ assessore Francesco Morandi aveva fatto affermazioni precise sull’incompatibilità fra i programmi di tutela ambientale e di sviluppo turistico e l’attività militare in Sardegna. Tuttavia l’esponente della giunta Pigliaru non è andato oltre. Il comitato, invece, vorrebbe fosse oltrepassata la linea di demarcazione che separa le dichiarazioni d’intento dai fatti e rivendica il diritto delle comunità locali di decidere del futuro dei loro territori. In ballo, dicono i contestatori, c’è il rilancio delle zone interne, l’integrità e la salubrità dell’ambiente, che secondo la corrente anti-poligono sarebbe già stata gravemente compromessa dalle esercitazioni a fuoco e dalle mancate bonifiche, un’accusa che il Caip ha sempre respinto. Ma per il Comitato e tutti i cittadini pronti a una nuova mobilitazione sono le condizioni dei siti usati per l’addestramento dei corpi militari a “parlare”. L’altra sera alcuni attivisti del gruppo che riunisce cittadini di Bidonì, Ardauli, Sorradile e Busachi hanno raggiunto a bordo di un gommone le rive di S’Aspru, l’ex poligono dismesso dieci anni fa. Con l’abbassamento del livello delle acque è emersa una cresta della sponda stretta fra Sorradile e Bidonì e in superficie è affiorata una porzione del campo di tiro più esteso, dove ancora si trovano cumuli di residui di piombo, qualche bengala esploso e altri rifiuti. Un militante ha rinvenuto persino il proiettile di una pistola apparentemente integro. Uno degli autori del "blitz" ha riferito di una «concentrazione enorme di bossoli e proiettili, nella misura di centinaia di metri cubi di terra contaminata e di tonnellate di metallo. Ma la quantità di piombo e di altri materiali da sparo sommersa dall'acqua e sepolta dalla sabbia non è nota e non è certo sperabile che una verità così pesante possa un giorno venire a galla» ha denunciato Daniel Fadda prima di dire «basta alle imposizioni dall’alto che danneggiano i nostri territori sia dal punto di vista ambientale, economico- sanitario e di immagine».