La Nuova Sardegna

Oristano

«Dimissioni in ritardo» Il tribunale boccia Tatti

«Dimissioni in ritardo» Il tribunale boccia Tatti

Con questa motivazione i giudici hanno accolto il ricorso del suo collega Marras In consiglio regionale ora la poltrona è a rischio per il sindaco di Ruinas

29 ottobre 2014
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ORISTANO. Ad appena otto mesi dal rinnovo delle elezioni rischia di lasciare il seggio in Consiglio regionale. Gianni Tatti, sindaco di Ruinas, eletto in provincia di Oristano nella lista dell'Udc, potrebbe perdere il posto in Consiglio a favore del suo collega di partito Alfonso Marras. I giudici della prima sezione del tribunale di Cagliari, presieduta da Maria Mura, giudice Vincenzo Amato e relatore Andrea Bernardino, hanno dichiarato ineleggibile il consigliere regionale Gianni Tatti. Sono i primi effetti del ricorso proposto all'indomani delle elezioni da Marras, primo dei non eletti nell'Udc. Alfonso Marras, attuale assessore al Bilancio della provincia di Oristano, aveva presentato il ricorso per la violazione, da parte di Tatti, dell'articolo 2 della legge regionale che disciplina l’ineleggibilità per gli amministratori di enti regionali. Il sindaco di Ruinas, componente del Cda dell'Ente foreste, avrebbe dovuto dimettersi da quell'incarico entro il 13 gennaio, al momento dell'accettazione della candidatura. Le dimissioni erano invece presentate il 14 febbraio, l'ultimo giorno della campagna elettorale. Il sindaco di Ruinas, un dei fedelissimi dell'ex assessore regionale Pasquale Onida e fondatore di Fortza Paris, secondo i giudici non avrebbe potuto contestualmente ricoprire l'incarico di componente del Consiglio di amministrazione dell'Ente foreste e quindi candidarsi alla carica di consigliere regionale. La legge prevede, infatti, che non sono eleggibili a consigliere regionale, provinciale, comunale e circoscrizionale «gli amministratori e i dipendenti con funzioni di rappresentanza o con poteri di organizzazione e coordinamento del personale di istituto, consorzio, azienda dipendente rispettivamente dalla regione, provincia o comune». Il collegio giudicante ha messo in evidenza, come si legge testualmente nella sentenza, il rapporto di stretta dipendenza dell’Ente Foreste rispetto alla Regione, che esercita sul predetto ente un rigido potere di indirizzo e di controllo, anche attraverso la nomina del suo Presidente e dei componenti del Consiglio di amministrazione. Inoltre, «le dimissioni rassegnate dal Tatti – dice ancora la sentenza – non potevano far venir meno la causa di ineleggibilità, poiché le stesse erano avvenute ben oltre il termine fissato dalla legge, ovvero oltre il giorno fissato per la presentazione delle candidature. I legali di Gianni Tatti, gli avvocati Costantino Murgia e Silvia Curto, presenteranno l'appello contro la sentenza. E' possibile che il ricorso possa essere esaminato già nei primi giorni del prossimo anno.(e.s.)

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