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Scuole di musica, “guerra” alla Regione

Scuole di musica, “guerra” alla Regione

PAULILATINO. La qualità dell’offerta didattica, e in molti casi la continuità del servizio, sono a rischio per quaranta scuole civiche di musica se la Regione non stanzierà più i fondi. Dei...

28 ottobre 2014
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PAULILATINO. La qualità dell’offerta didattica, e in molti casi la continuità del servizio, sono a rischio per quaranta scuole civiche di musica se la Regione non stanzierà più i fondi. Dei contributi non c’è traccia nel bilancio di assestamento e il disimpegno della politica sta mettendo in crisi i consorzi dei Comuni, che non vogliono s’interrompa l’esperienza. A maggior ragione se il rovescio della medaglia si traduce nella perdita di centinaia di posti di lavoro. Il problema ieri ha riunito in paese gli amministratori di sei (Sedilo, Bauladu, Solarussa, Milis e Cuglieri) dei dodici Comuni che aderiscono alla scuola Gian Piero Cartocci di Paulilatino, l’ente capofila del consorzio. I sindaci hanno ragionato sull’ipotesi di salvaguardare il servizio attingendo risorse extra dai bilanci comunali ma la conclusione cui sono giunti è che non ci sono soldi. «L’iniziativa va non solo salvaguardata ma anche potenziata, purtroppo non possiamo permettercelo», ha commentato il sindaco Gianni Demartis «Sono in ballo più di 800 posti di lavoro e la Regione non può non considerare questo aspetto». Nella speranza di un “ravvedimento” della Regione, che secondo indiscrezioni non confermate starebbe ipotizzando di recuperare i fondi dai residui di bilancio, il consesso si è dato convegno a Marrubiu, dove giovedì si terrà un’assemblea tra i rappresentanti delle scuole di musica e l’assessore Firinu. «Sarà un’occasione di confronto, lì vedremo quali sono le intenzioni della Regione», ha concluso Demartis. Nelle stesse acque naviga il sodalizio coordinato dal Comune di Ghilarza, che annovera dodici enti locali del Guilcier e del Barigadu. «Sarebbe un danno enorme se s’interrompesse l’attività», ha paventato il sindaco Stefano Licheri «Per gli iscritti significherebbe buttare all’aria soldi già spesi» E non sarebbe l’unico effetto collaterale. «La nostra scuola media è a indirizzo musicale, che da quest’anno è stato esteso alle elementari – spiega Licheri – se alla fine del percorso scolastico gli studenti non potessero più proseguire con la scuola civica si vanificherebbe l’investimento». Poi c’è lo sforzo finanziario degli enti locali, che contribuiscono per un terzo alla quota di 300 euro pro capite. Costi che vanno moltiplicati: nel 2014 hanno frequentato i corsi 315 allievi, di cui 120 solo a Ghilarza.«L’anno scorso il Comune ha anticipato le spese e ancora la Regione non ha trasferito la sua quota di 47.000 euro – ha riferito il primo cittadino aggiungendo che – nonostante il patto di stabilità siamo riusciti a coprire tutti i costi, compresi quelli per il personale, ma se la Regione non stanziasse più i fondi non saremmo in grado di coprire il 100% delle spese».

Maria Antonietta Cossu

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