La Nuova Sardegna

Oristano

Il grido di un padre: «Rivoglio mia figlia»

Enrico Carta
Andrea Piseddu (a destra) e l'avvocato Danilo Marras spiegano la vicenda
Andrea Piseddu (a destra) e l'avvocato Danilo Marras spiegano la vicenda

Un pizzaiolo oristanese cerca di riavere la bimba di due anni che è in Romania con la madre. Inchiesta della Procura

28 ottobre 2014
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ORISTANO Quanto è doloroso il distacco dai figli? Lo racconta Andrea Piseddu, pizzaiolo di 41 anni, che da gennaio lotta contro la burocrazia e la paura del domani, perché da ormai nove mesi non riesce a vedere e nemmeno a sentire per telefono la propria figlioletta che il 6 dicembre compirà due anni. La piccola è in Romania, in un paese della provincia di Timisoara dove vive assieme alla mamma e al resto della famiglia, perché Andrea Piseddu aveva sposato – le nozze sono state celebrate in Romania, ma non sono mai state ratificate in Italia – alcuni anni fa una ragazza rumena di 25 anni che a Oristano era arrivata per fare la badante. La storia.

Tutto era andato normalmente, sino a quando i due portano la loro piccola in Romania per farla conoscere ai familiari della ragazza. Passano alcune settimane, durante le quali Andrea Piseddu muove qualche appunto sul modo in cui vivevano i parenti di lei. La situazione non è delle più agiate, visto che undici persone vivono sotto lo stesso tetto. Ma il problema maggiore è la condivisione dei metodi educativi e igienici per i quali le opinioni non sono esattamente le stesse.

La separazione. È forse questo il motivo che porta alla rottura. Quando, il 4 gennaio, la vacanza in Romania è finita, Andrea Piseddu è costretto a salire da solo sull’aereo perché la compagna ha scelto di non partire e si tiene la figlia con sé. C’è poco da protestare, ma la speranza è che tutto si risolva in poco tempo. Invece è solo l’inizio di un’odissea che, forse in queste ultime settimane, potrebbe finalmente aver imboccato la via giusta.

L’inchiesta. In questi nove mesi però succede di tutto sia per via della burocrazia italiana che molto lentamente si muove su un terreno minato sia per le difficoltà nel trovare dei contatti con le autorità rumene e con la famiglia della piccola. Dopo diversi tentativi con il Dipartimento per la giustizia minorile e l’intervento dell’avvocato Danilo Marras, la situazione qualcosa si muove.

Tanto più che nelle ultime settimane del caso si sta occupando anche il sostituto procuratore Armando Mammone che ha aperto un’inchiesta per sottrazione di minori e che vede sul registro degli indagati la mamma della piccola e i suoi familiari. I contatti diplomatici. Non è detto che l’inchiesta poi si concretizzi sino ad arrivare a un processo, perché, nel frattempo, i canali diplomatici – è intervenuta anche l’associazione Figli Sottratti – si sono messi al lavoro. Attraverso le autorità rumene che fanno riferimento al consolato italiano, l’avvocato Danilo Marras e il suo assistito hanno chiesto l’affido della bambina o in alternativa il diritto di visita che consentirebbe ad Andrea Piseddu di vedere sua figlia.

Le procedure di fronte a casi del genere, secondo la convenzione dell’Aja, dovrebbero essere sbrigate entro sei mesi, perché nel caso di bambini molto piccoli il fattore tempo è determinante. E in questo caso lo sarebbe ancor di più, visto che la madre della bambini è assente da casa per lunghi periodi. Il dolore del padre.

«La madre è stata in Germania per lavoro per diversi mesi e mia figlia è rimasta col resto della famiglia, senza che io fossi al corrente di ciò o potessi sapere come stava la bambina – racconta Andrea Piseddu –. Quanto devo aspettare per avere notizie? Il tempo passa e io non so ancora quando potrò vedere mia figlia che nel frattempo si sarà anche dimenticata di avere un padre».

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