La Nuova Sardegna

Oristano

A Mogoro il teatro viene scandito in bici

MOGORO. Nelle corse in bicicletta il tempo è tutto, e insieme non esiste. C’è un tempo interno, che misura i distacchi fra un ciclista e un altro e decide le posizioni in classifica. E poi c’è il...

25 ottobre 2014
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MOGORO. Nelle corse in bicicletta il tempo è tutto, e insieme non esiste. C’è un tempo interno, che misura i distacchi fra un ciclista e un altro e decide le posizioni in classifica. E poi c’è il passare delle stagioni e degli anni, che invece scorre per conto suo e col ciclismo non c’entra niente. Forse la grande storia della bici è cominciata lì, quando nel tempo esterno hanno inventato i motori e il ciclismo ha deciso di tirare dritto per la sua strada. La trama corre su due ruote e lo spettacolo è una volata. Domani alle 18 nel teatro della Fiera a Mogoro altra tappa dell'undicesima edizione di Ultimo teatro 2014, targato Tragodia. La compagnia Abaco teatro porta in scena Bottecchia, Vite in volata. La pièce è scritta e interpretata da Tiziano Polese enarra la storia di due ciclisti, che poi sono due miti, due eroi. Uno è famoso per tutti, l'altro lo è solo per l'autore e interprete. E a dispetto della rabbia dei francesi cantata da Paolo Conte, nel noto pezzo che parla di Bartali vincitore del Tour de France del 1938 e del 1948, ai francesi vorticavano ancora prima, quando nel 1924 e nel 1925 Ottavio Bottecchia, detto Botechat, fu il primo protagonista di questa storia. Bottecchia era un italianuzzo della provincia di Treviso, che aveva combattuto al fronte nella grande guerra tra gli esploratori d’assalto che in bicicletta si spingevano fin sotto le linee nemiche. Il ciclista non aveva però il physique du ròle del numero uno e gareggiava, lo diceva lui, “non per la gloria o le donne, o il successo, ma solo per i schei”, i soldi. (cat.co.)

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