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Marcia sarda della Pace, dall’isola al mondo

Marcia sarda della Pace, dall’isola al mondo

LACONI. “Per la pace, disarma la Sardegna”. Questo lo slogan della 13esima Marcia Sarda della Pace Laconi-Gesturi, in programma il prossimo 26 ottobre. Ultimi giorni a disposizione degli...

19 ottobre 2014
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LACONI. “Per la pace, disarma la Sardegna”. Questo lo slogan della 13esima Marcia Sarda della Pace Laconi-Gesturi, in programma il prossimo 26 ottobre. Ultimi giorni a disposizione degli organizzatori per completare il programma e per raccogliere le adesioni di gruppi e associazioni ad una manifestazione particolarmente sentita.

Dopo la grande mobilitazione di Capo Frasca, contro le servitù militari, l'impegno della Tavola sarda della pace prosegue senza sosta per continuare a chiedere la cessazione di tutte le attività belliche.

La Marcia è il simbolo della protesta di un'isola che chiede di poter essere una terra di pace, così come le comunità di Laconi e Gesturi proseguono nell'impegno dei due grandi operatori di pace, Sant'Ignazio e il Beato Nicola.

In questa nuova edizione sarà la cittadina del Sarcidano ad ospitare il consueto convegno, mentre nel pomeriggio a Gesturi si terranno gli interventi finali. Non solo questioni locali, come servitù militari, bonifica dei territori, disoccupazione e povertà estreme, l'impegno della Tavola sarda è rivolto anche contro i grandi conflitti internazionali, temi che saranno affrontati in occasione della Marcia.

Le tensioni internazionali crescono: “Si aggiungono nuovi nemici come il nuovo Califfato di Isis, che giustificano le politiche riarmiste in Russia come in Usa, ma soprattutto in Europa, dove già si parla e si decide di nuove e ingenti risorse da impegnare in campo militare, a cui l'Italia si allinea per essere tra i primi della classe”, dicono i portavoce della Tavola sarda.

“Risorse – sottolineano – ancora una volta per la guerra, che verranno sottratte a quelle che sarebbero necessarie per contrastare la disoccupazione, il precariato, le politiche sociali, i settori e le aree in crisi in diversi parti dell'Europa, compresa la nostra Isola”.

Ivana Fulghesu

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