La Nuova Sardegna

Oristano

Edilizia sempre in crisi, ecco il piano dei sindacati

Edilizia sempre in crisi, ecco il piano dei sindacati

Nella riunione di Santu Lussurgiu l’accordo sulle strategie di mobilitazione, manifestazione a Cagliari per sollecitare la Regione

19 ottobre 2014
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ORISTANO. L’edilizia vive un momento terribile e in questo non fa differenza rispetto ad altri settori produttivi. Ma il detto «mal comune mezzo gaudio» non può certo essere una consolazione. Il calo registrato nelle nuove costruzioni autorizzate negli ultimi dieci anni è stato il segnale di un rallentamento generale dell’economia. Il dato è alquanto preoccupante, anche se molto meno delle altre province isolane. Forse l’approvazione del Puc ha evitato il tracollo avvenuto ad esempio a Nuoro che ha il dato peggiore in Sardegna con il meno 83,6 % o a Sassari che ha contato il meno 79,9 % dei permessi ottenuti. E nemmeno Cagliari se la passa meravigliosamente col 69% di calo. Per questo il meno 30,7 % di Oristano, tutto sommato, non è da buttare via.

Secondo quanto emerso anche dal documento conclusivo della Vertenza Oristano inviato al presidente della Regione, il settore edile produce in provincia il 4,4% della ricchezza prodotta in un territorio che ormai è diventato una terra di pensionati e di impiegati nel settore dei servizi. E così con l’economia che precipita un nuovo grido di allarme si è levato da Santu Lussurgiu, dove si sono riunite le federazioni regionali dei sindacati Uil, Cisl e Cgil.

Al termine dell’incontro i segretari di settore, Foddai, Matta e Cordeddu hanno siglato un documento di orientamento sul settore delle costruzioni. Si parte dal licenziamento di 28mila lavoratori negli ultimi cinque anni e il discorso si fa ancora più ampio se si considera il crollo del Pil, con un meno 37,6% generale in Sardegna nel mondo dell’edilizia, il meno 28,8% nel settore estrattivo e il meno 30% in quello del legno.

Le federazioni regionali dei sindacati pongono l’accento sull’abbandono del territorio «che pare sottratto alle normali attività di manutenzione, come pure è palpabile l’assenza di presidii efficienti e dove il rischio idrogeologico è sempre più evidente. Per queste ragioni, come sindacato dell’edilizia, giudichiamo non più rinviabile la definizione di alcune partite necessarie per rilanciare il settore e favorire la ripresa dell’occupazione».

Naturalmente il confronto con la politica regionale viene ritenuto imprescindibile. Le priorità da affrontare restano le solite: far partire le opere progettate e finanziate, mettere a disposizione le risorse regionali, nazionali e comunitarie, appaltare le opere.

Intanto, con ottobre che volge al termine, le segreterie hanno deciso che novembre sarà un mese di forte mobilitazione con il culmine di una manifestazione a Cagliari, la cui data verrà decisa nella riunione che i tre esecutivi unitariamente terranno nella prima metà del prossimo mese.

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