La Nuova Sardegna

Oristano

Al Comune il canone per gli stabilimenti termali

di Maria Antonietta Cossu
Al Comune il canone per gli stabilimenti termali

Fordongianus, si avvicina l’obiettivo dell’amministrazione che rivendica i fondi Un correttivo alla legge di stabilità regionale spiana la strada all’assegnazione

19 ottobre 2014
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FORDONGIANUS. È andata in porto l’ennesima manovra di avvicinamento verso un obiettivo inseguito per anni e ora riprendono quota le speranze del Comune di diventare il destinatario finale del canone termale. A infondere fiducia negli amministratori locali è un emendamento inserito nella legge di stabilità al vaglio del Parlamentino sardo. Il correttivo proposto dal consigliere del Pd Antonio Solinas elimina un sofisma che esponeva a più interpretazioni la delibera del 2009 nella quale si prevedeva di destinare agli enti locali le somme dovute alla Regione dai concessionari degli stabilimenti termali che ricadono nei territori comunali. Una rivendicazione che Fordongianus aveva avviato nel 2008, non appena scaduto il quinquennio di gestione che per contratto esentava l’affidatario del servizio dal versamento del canone di concessione, e che sembrava essere giunta a un epilogo positivo con gli atti d’indirizzo approvati dall’esecutivo di centrosinistra. La battuta d’arresto era arrivata con il cambio di casacca del governo regionale, che aveva revocato la delibera approvata dall’esecutivo di Renato Soru. L’intento dichiarato dalla giunta Cappellacci era quello di subordinare il trasferimento delle somme a una norma specifica che disponesse l’assegnazione del canone termale ai Comuni. Da qui l’annullamento dell’atto precedente e la nomina di una commissione tecnica demandata a quantificare l’entità del canone, fissata dai predecessori a quota 200mila euro. Nei successivi quattro anni la municipalità del Barigadu non ha percepito la benché minima parte delle somme corrisposte da quel momento in poi dalla società Terme di Sardegna. L’ amministrazione ha continuato a rimproverare la Regione la mancanza di una volontà politica fino a quando, con l’ insediamento di Pigliaru, è sembrato aprirsi un nuovo spiraglio. «L’assessore Erriu aveva espresso la volontà di destinare le risorse ai territori ma studiando la vecchia delibera si è accorto che un’interpretazione errata poteva dar adito alle rivendicazioni di altri Comuni per qualunque struttura concessa in affitto – spiega il sindaco Serafino Pischedda –. L’emendamento approvato dal Consiglio regionale restringe il campo ai soli stabilimenti termali. Noi abbiamo superato il cavillo legislativo, ora la Regione deve fare la sua parte». La richiesta è di far seguire i fatti alle dichiarazioni d’intento. «La prossima settimana contatterò l’assessore agli Enti locali per capire se intende procedere in questa direzione – prosegue il primo cittadino –. Noi chiederemo l’intero canone, 150mila euro all’anno. Queste risorse permetterebbero d’incrementare l’offerta culturale e turistica del paese, ma soprattutto di offrire le condizioni per stimolare l’imprenditoria privata».

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