La Nuova Sardegna

Oristano

Riaprire la piscina costa più di un milione e mezzo

di Enrico Carta

Nei prossimi giorni l’aggiudicazione provvisoria dell’appalto per il palasport Protesta del comitato di cittadini e della società sportiva Rari Nantes

16 ottobre 2014
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ORISTANO. C’è chi chiede chiarezza, ma più chiara di così la situazione non può essere. Entro lunedì il dirigente del settore Lavori pubblici del Comune, Walter Murru, firmerà l’aggiudicazione provvisoria e a ruota quella definitiva dell’appalto per la costruzione del nuovo palazzetto da 2.500 posti. La giunta ha chiesto altri due giorni di tempo per capire se ci sono ancora spazi di mediazione con la Regione, ma la strada è in realtà già segnata.

Da Cagliari non daranno il via libera alla rimodulazione del finanziamento da cinque milioni che saranno utilizzati per costruire il nuovo palasport a Sa Rodia, semplicemente perché ormai i buoi sono scappati dalla stalla. Il finanziamento del resto è vecchio di sette anni, periodo di tempo durante il quale si sono succedute tre giunte e un commissario. Soltanto lo scorso anno, quando i cinque milioni rischiavano di cadere in perenzione, il Comune ha finalmente mosso i passi ufficiali e lo ha fatto nella direzione originaria che il finanziamento doveva avere. A differenza di Cagliari e Nuoro, che già anni fa avevano chiesto e ottenuto di rimodularlo e spalmare l’intervento su più strutture sportive, Oristano aveva aspettato all’ultimo prima di dare vita alle procedure.

La scelta, forse dettata dalla paura di perdere i soldi, era stata quella di procedere con la costruzione del palazzetto e, una volta che la gara d’appalto è stata aggiudicata anche se poi c’è stata l’esclusione della vincitrice, il cammino era probabilmente già segnato.

Nel frattempo c’è stato l’ultimo tentativo – esclusivamente verbale – del nuovo assessore allo Sport, Emilio Naitza, che non ha però sortito gli effetti sperati. La Regione non ha risposto, probabilmente perché non aveva un atto formale scritto al quale rispondere. E così si è arrivati alla conclusione che, in mezzo ai dubbi, scatena anche le polemiche guidate sia dal comitato “Oristano vuole la sua piscina” sia dalla società sportiva Rari Nantes che ora si ritrovano senza una casa – o meglio una vasca – e senza aver capito per bene cosa sia accaduto.

Il problema è che nemmeno si sa cosa accadrà. Il piano “B” per provare a riaprire la piscina costa un milione e seicentomila euro. Se si riesce a fare un appalto che preveda la compartecipazione di un privato che poi avrebbe vent’anni di gestione garantita, si potrebbe dividere la spesa a metà. Non è invece percorribile la strada dell’apertura in seguito a una ristrutturazione temporanea, perché in trent’anni di trascuratezza senza interventi di manutenzione la struttura non garantisce la sicurezza agli utenti. Morale della favola: o la si rifà quasi da capo oppure non si nuota. L’unica incertezza, in una situazione molto più chiara di quel che appare, è da dove il Comune potrebbe trovare il milione e seicentomila euro. Mettiamo un bel punto interrogativo?

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