La Nuova Sardegna

Oristano

Il ministero fa marcia indietro, a Massama stop agli ex 41 bis

di Enrico Carta
Il ministero fa marcia indietro, a Massama stop agli ex 41 bis

È per ora scongiurato l’arrivo nel penitenziario di altri detenuti della categoria dell’Alta Sicurezza 1 La carenza di personale e la tipologia della struttura avrebbero convinto i vertici della Giustizia

13 ottobre 2014
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ORISTANO. L’invasione è scongiurata. I detenuti dell’Alta Sicurezza 1 (ex 41 bis) non arriveranno a Massama. Almeno per ora il carcere rimarrà diviso in due, con un’ala per i detenuti dell’Alta Sicurezza 3 già presenti da tempo e l’altra riservata ai detenuti comuni che hanno ovviamente uno spazio differente rispetto ai primi per via del diverso e più morbido regime di detenzione loro riservato. Le notizie circolate nei giorni scorsi e rimbalzate sulla stampa, dopo l’allarme lanciato dai consiglieri regionali e a seguire dai parlamentari, vanno quindi smorzate.

Nei giorni scorsi c’è stato un incontro chiarificatore tra la deputata oristanese Caterina Pes e il ministro della Giustizia, Andrea Orlando. A questo sono seguite notizie decisamente più tranquillizzanti che il direttore del carcere di Massama, Pier Luigi Farci, ha poi già comunicato agli agenti di polizia penitenziaria, agli educatori e alle altre persone che lavorano nella casa circondariale oristanese.

In realtà, al di là della mediazione sempre utile e imprescindibile, il trasferimento in blocco di detenuti che sono usciti dal regime di detenzione del 41 bis e che ora vengono classificati come Alta Sicurezza 1 è impossibile anche per motivi di numeri e strutturali. I personale del carcere non è sufficiente a garantire la gestione di persone che stanno scontando la pena secondo regole rigidissime e del tutto differenti rispetto a quelle degli altri detenuti. Il ministero non avrebbe quindi intenzione di assumere altro personale o di trasferire a Massama agenti ed educatori, perché ci sarebbe un aggravio di costi notevoli col pagamento di indennità di trasferimento e di missione. E i soldi per farlo non ci sono. Quindi, anche se non per motivi di territorialità della pena, grazie a quelli di cassa, la nuova infornata non s’ha da fare.

Poi c’è il carcere in sé, ovvero la struttura e il modo in cui è stato progettato che non consentirebbe la presenza di altri detenuti dell’Alta sicurezza, tanto più che nel caso degli ex 41 bis ci sono fondati motivi che questi mantengano ancora legami con l’esterno e che, da dietro le sbarre, siano in grado di gestire affari delle cosche e delle associazioni di stampo mafioso. Per la capienza e il numero delle celle e degli spazi è impensabile, al momento, che il passo venga fatto.

La guardia resta comunque alta, ma al ministero sembrano aver rivalutato in maniera più ampia la questione degli ex 41 bis. Che la Sardegna rientri nei piani di riordino carcerario, è ormai più che palese, ma caricare il carcere di Massama sino a rischiare il collasso, al momento non sembra una strada praticabile. Anche a Roma se ne sarebbero finalmente accorti.

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