La Nuova Sardegna

Oristano

The Independent sui Giganti, l’isola al centro dell’Europa

di Simonetta Selloni
The Independent sui Giganti, l’isola al centro dell’Europa

Nell’edizione domenicale del quotidiano londinese un articolo alle scoperte archeologiche e alla Sardegna

06 ottobre 2014
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ORISTANO. L’attenzione sui Giganti di Mont’e Prama varca il mare e conquista una platea di assoluto prestigio internazionale. A loro, ai guerrieri, pugilatori e arcieri, è dedicato un lungo e approfondito articolo comparso sul quotidiano londinese The Independent.

E se l’interesse legato ai Giganti ormai si è esteso oltre i confini del consesso accademico e sta coinvolgendo e richiamando visitatori da tutto il mondo, il reportage sull’Independent pone anche la Sardegna e la civiltà nuragica all’attenzione della stampa internazionale. Con una considerazione di assoluto rilievo, che emerge proprio dalle colonne del quotidiano britannico: “È l’unico gruppo di guerrieri scolpiti in pietra a dimensioni umane mai trovato in Europa. Seppure composto da un numero molto più piccolo di figure rispetto al famoso Esercito di terracotta Cinese, quello Sardo è di 500 anni più vecchio e fatto di pietra piuttosto che di ceramica”.

The Independent, peraltro, con il titolo “Cyberuomini preistorici? I guerrieri perduti della Sardegna emergono dalla polvere”, compie alcuni interessanti riferimenti agli studi compiuti sul materiale umano rinvenuto a Mont‘e Prama, e che finora sono ancora inediti. In particolare, il quotidiano che sposa la tesi dei Giganti a guardia dei sepolcri attribuiti ai componenti l’elìte dominante dell’età del Ferro, parla espressamente di un clan, un gruppo “strettamente collegato, con persone imparentate tra di loro”. E lo fa citando un’indagine scientifica condotta in un laboratorio a Firenze, sui resti umani, dalla quale emergerebbe che “la maggior parte dei morti appartenessero ad appena due generazioni di un unico, esteso nucleo familiare”. Lo studio al quale si fa riferimento è quello dell’antropologa Ornella Fonzo, il cui gruppo ha lavorato sui reperti umani rinvenuti negli scavi del 1975 e del 1979; studio ancora inedito, perché in via di pubblicazione nel secondo volume, dei tre complessivi, dedicati a Mont‘e Prama dalle Soprintendenze di Cagliari, Oristano, Sassari e Nuoro.

«Le analisi hanno evidenziato che i resti appartenevano a uomini che potevano, già allora, accedere a un nutrimento di prim’ordine, comprendente anche molluschi – sottolinea il professor Raimondo Zucca dell’Università di Sassari, archeologo impegnato negli scavi a Mont‘e Prama –. Dalle masse muscolari, ovviamente perdute, ma che si ricavano dalle strutture ossee, possono ricollegarsi ad attività nobili: arcieri, guerrieri, forse persino spadaccini». Proprio ieri il professor Zucca ha accolto, proveniente dal celeberrimo museo Nazionale preistorico etnografico Pigorini di Roma, centro di riferimento per la bioarcheologia, Claudio Cavazzuti, uno dei massimi esperti di questo tipo di indagine. Una presenza resa possibile dall’accordo sancito tra Università e Soprintendenza Speciale al Museo Pigorini.

The Independent, senza mai citare direttamente Cabras, dimostra un altissimo interesse per queste statue e la loro straordinaria valenza storica e etnografica. E si sofferma sulla civiltà Nuragica, “una della civiltà antiche meno conosciute al mondo, eppure più impressionanti”, e sui nuraghi, “i più antichi castelli d’Europa”, raccontando come le oltre “7000 fortezze ancora dominino il paesaggio sardo, e alcune dozzine abbiano superato in modo eccezionale il test del tempo, fornendo una straordinaria immagine di cosa fosse l’architettura militari dell’Età del Bronzo”.

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