La Nuova Sardegna

Oristano

Miasmi a Sant’Anna, il Cipor ha concluso il monitoraggio

di Simonetta Selloni
Miasmi a Sant’Anna, il Cipor ha concluso il monitoraggio

Marrubiu, domani si conoscerà l’esito delle analisi I controlli chiesti dal sindaco dopo le proteste dei residenti

02 ottobre 2014
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MARRUBIU. I miasmi sono finiti da qualche tempo ma l’aria irrespirabile a Sant’Anna, borgata di Marrubiu enclave nel territorio di Arborea, è un ricordo nitido e per niente piacevole dell’estate 2014. Lo è, almeno per i 340 abitanti della borgata; e anche per il sindaco Andrea Santucciu, che dietro la pressione dei suoi amministrati esasperati da odori nauseabondi, aveva chiesto nel mese di agosto chiarimenti e verifiche all’impresa Vittadello. La Vittadello gestisce l’impianto rifiuti di Masangionis, di cui è responsabile il Consorzio industriale provinciale di Oristano, entrato in funzione nel 2011. Domani i risultati sul monitoraggio della qualità dell’aria a Sant’Anna saranno resi noti dal Consorzio industriale provinciale di Oristan. Un impianto già, “inciampato”, per così dire, in un analogo incidente di percorso. E infatti la prima estate dopo l’avvio, c’erano state puzze e proteste. Alle quali la Vittadello aveva posto rimedio. E per due anni tutto è sembrato andare bene. Fino alla scorsa estate.

Il Consorzio industriale ha raccolto le doglianze di Andrea Santucciu, e le ha mandate a stretto giro alla Vittadello; l’impresa ha dato incarico a un gruppo di tecnici – anche esterni –, ha collocato un rilevatore, un “naso elettronico”, e ha raccolto i suoi dati sulla qualità dell’aria. Ora, questi dati «raccolti con misurazioni oggettive – spiega il direttore del Consorzio Marcello Siddu – al fine di accertare l’effettiva consistenza e la riconducibilità del fenomeno all’impianto», saranno illustrati domani. I campionamenti sono aggiuntivi rispetto a quelli periodici prescritti dall’Autorizzazione integrata ambientale, peraltro risultati sempre al di sotto della soglia consentita, sottolineano dal Cipor.

Tutto questo è la teoria. La parte pratica del discorso è invece legata alla puzza che gli abitanti hanno denunciato essere insostenibile. A fronte di analisi corrette, si fanno i conti con l’impossibilità di aprire le finestre d’estate, almeno per alcuni periodi. Per fare un paragone, è come quando dai rubinetti sgorga acqua marroncina; e hanno voglia, tecnici ed esperti, di certificarne la potabilità. Il problema è: chi se la beve?

«Gradirei dicessero le cose come stanno, e soprattutto che si rispettassero gli impegni sanciti dalla Conferenza dei servizi che ha dato il via libera alla realizzazione dell’impianto. Si garantiva che non ci sarebbero stati odori oltre un raggio di 50 metri. Ma al centro di Sant’Anna, gli odori si sentono», sottolinea ancora Santucciu. Una cosa è il naso elettronico, altro è quello umano. E a Sant’Anna ci sono 340 nasi costretti a rimanere tappati, in alcuni periodi. Inevitabile pensare all’impianto. Salvo smentite. Appuntamento a domani, al Cipor.

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