La Nuova Sardegna

Oristano

La scure della Regione sull’università

di Enrico Carta
La scure della Regione sull’università

Previsto un taglio da un milione e mezzo per le sedi decentrate. Trema il Consorzio Uno che attende ancora i soldi del 2013

29 settembre 2014
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ORISTANO. Rieccola la scure. E poco importano i risultati, i sacrifici di chi lavora con contratti di solidarietà, il perenne boom di iscritti o le alchimie trovate a fatica da chi gestisce l’università oristanese per far quadrare i conti. Altri conti, su altri tavoli, vengono fatti e ancora una volta le cifre vengono viste al ribasso. All’orizzonte si affaccia un nuovo taglio dei fondi che la Regione destinerà alle sedi decentrate delle università e tra queste c’è appunto Oristano col suo Consorzio Uno.

Il bilancio regionale. Nel disegno di legge sull’assestamento di bilancio del 2014 la Regione ha previsto un ritocco, manco a dirlo verso il basso, dei soldi per le sedi decentrate dei corsi universitari che fanno capo ai due atenei di Cagliari e Sassari. Ne faranno le spese Alghero, Iglesias, Nuoro e naturalmente Oristano. Un anno fa la Regione aveva destinato a tutte queste sedi la somma di sei milioni che già aveva creato non pochi problemi. Il Consorzio Uno aveva dovuto rivedere tutti i contratti dei propri dipendenti a cui erano stati tagliati stipendi e ore di lavoro.

Un milione e mezzo in meno. Da sei milioni si passerà a quattro e mezzo. Non si sa ancora come sarà ripartita la torta e quale fetta spetterà ad Oristano che, tra tutte le sedi decentrate, è sicuramente quella con il trend migliore da diversi anni. È anche quella che riceve il numero maggiore di finanziamenti, per cui, se il taglio dovesse essere percentualmente uguale per tutti, sarebbe anche quella che risentirebbe maggiormente di questa nuova situazione. Ipotizzando che a ciascuna università venga destinato il 25% in meno di fondi, il bilancio del Consorzio Uno scenderebbe drasticamente, passando a un milione e seicentomila euro complessivi. Troppo pochi per pensare di poter tenere in vita l’ateneo.

Gli arretrati. Mentre ci si preoccupa del futuro, non è che si possano dormire sonni sereni sul presente o guardare sorridenti verso il passato. Dei due milioni e 161mila euro che l’ateneo oristanese avrebbe dovuto ricevere per l’annualità 2013, non ha visto un solo euro. E senza soldi si va avanti grazie alla disponibilità di professori e fornitori. Questi ultimi stanno continuamente rinunciando al pagamento dei servizi in attesa che la situazione si sblocchi; i primi non ricevono stipendio da due anni. Per cui la situazione è a un bivio.

Rischio chiusura. Ovviamente si attende di conoscere nei dettagli la decisione della Regione sulla cifra che verrà a mancare. «Speriamo bene, ci affidiamo alla mediazione dei consiglieri regionali dell’Oristanese perché altrimenti il rischio di dover chiudere diventa concreto. Con un milione e 600mila euro non potremmo andare avanti», sono le parole di Francesco Asquer, assistente del direttore generale al Consorzio Uno. Bisognerebbe capire quali intenzioni ha la Regione che ripetutamente dice di non voler far morire le sedi decentrate e poi nega i soldi. È come se negasse un farmaco salvavita a un malato cronico andando poi a dire che la morte è sopraggiunta per cause naturali.

Boom di iscritti. Mentre si naviga a vista e si spera nella manna dal cielo, pardon da Cagliari, il Consorzio Uno segna un altro primato. Le lezioni iniziano il 1° ottobre, ma per iscriversi ai tre corsi – uno ha due indirizzi – e alla scuola di specializzazione in archeologia c’è ancora tempo, per cui verrà ulteriormente migliorato il record di iscritti che in questo momento hanno già raggiunto quota 170. Un numero di assoluto rilievo, ma evidentemente non per tutti.

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