La Nuova Sardegna

Oristano

Settembre mese del giacinto

Settembre mese del giacinto

A Riola si ripresenta il fenomeno delle piante galleggianti lungo il rio Mar’e Foghe

23 settembre 2014
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RIOLA SARDO. Puntualissimo, come capita ormai da quattro anni. La coda dell’estate, con le sue temperature sopra la media, è il periodo dell’anno in cui il giacinto d’acqua ritorna a preoccupare gli amministratori.

Anche quest’anno, infatti, gli ultimi giorni di settembre sono quelli dell’invasione delle piantine galleggianti.

Il corso del rio Mar’e Foghe è ritornato a essere un prato erboso e presto si ripresenteranno gli stessi problemi che avevano spaventato un intero paese.

Durante l’alluvione del 18 novembre dello scorso anno, l’infestazione dei giacinti d’acqua aveva mostrato il suo lato peggiore. L’ondata di piena del piccolo rio era stata trattenuta dalla massa vegetale delle piante incastrate sotto il ponte sulla statale 292 e solo l’intervento tempestivo di una pala meccanica aveva impedito che anche Riola Sardo finisse nello sfortunato gruppo dei paesi alluvionati. Un’idea che non ha abbandonato i pensieri del sindaco, Ivo Zoncu: «Ricordo bene quei momenti e posso dire che il mio paese se l’è vista brutta». Nonostante l’esperienza vissuta sul filo del rasoio, la questione delle rimozione delle piantine tropicali è ancora un gigantesco punto di domanda. «Fino a che sono rimasti in attività i barracelli, il fiume era libero dai giacinti. A fine agosto hanno sospeso l’attività di controllo del Mar’e foghe e i risultati non hanno tardato a manifestarsi». Ventidue giorni dopo è come se l’intervento dei barracelli non ci fosse mai stato. «Lo ripeto da quando sono stato eletto, questa è una situazione che deve essere affrontata come tutte le emergenze, perché di questo si tratta», spiega ancora Zoncu, »nei giorni scorsi c’è stato un sopralluogo dei tecnici della Provincia e pare che presto inizieranno a rimuovere i giacinti come hanno sempre fatto». I risultati potrebbero essere gli stessi registrati negli ultimi quattro anni. «Proprio così, tamponeranno l’emergenza e poi saremo costretti a ripartire da zero. Tra i tanti punti oscuri di questa storia ce n’è uno che proprio non comprendo. C’era una ditta, la Eurovit, che ha affrontato queste situazioni in giro per il mondo e che si era offerta di lavorare quasi gratis pur di portare avanti una sperimentazione proprio sul giacinto. Invece, per qualche motivo che mi sfugge, non se n’è fatto nulla e ora siamo punto e a capo». Ormai un classico del mese di settembre, quando finisce l’estate e inizia l’invasione dei giacinti d’acqua.

Claudio Zoccheddu

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