La Nuova Sardegna

Oristano

I Sic sono tutti in stato di degrado

La denuncia della Lipu dopo la perdita del finanziamento del progetto Life

05 settembre 2014
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SANTA GIUSTA. «Sino a oggi sembra che le amministrazioni comunali coinvolte nel progetto siano state più attente alla promozione e alla realizzazione di infrastrutture, ignorando gli impatti ambientali. I vari Sic dell’Oristanese sono in uno stato di degrado con discariche di rifiuti, con il traffico veicolare fuori dalle piste, con strutture comunali da tempo in abbandono e distrutte dall’incuria. Le zone, inoltre, sono talvolta prive di cartellonistica indicante la cartografia e i divieti». È la denuncia della Lipu, che esprime tutto il proprio disappunto per il ritiro da parte della Commissione europea del finanziamento Life+Natura al Comune capofila di Santa Giusta. Ottocentomila euro che non arriveranno mai nell'Oristanese e di cui non potranno beneficiare neanche gli altri Comuni di Oristano, Arborea, Cabras, Palmas Arborea, San Vero Milis e Terralba. E aggiunge la Lipu: «Un’incapacità di gestione che emerge da quanto scrive la Commissione europea: nessuna delle azioni ha prodotto risultati utili alla conservazione della natura».

La sezione provinciale della Lipu rileva, inoltre, che «spesso la gestione di questi progetti non è adeguata, se non totalmente assente per scelte politiche e per le competenze non idonee o per la non sufficiente preparazione dei funzionari addetti». Il progetto era stato approvato dalla Commissione europea nel novembre del 2009 e avrebbe rappresentato un’occasione importantissima a livello ambientale per tutto il territorio. L’obiettivo di Life natura è quello di contribuire alla conservazione di siti di importanza comunitaria, le Sic, e zone di protezione speciale per l’avifauna, le Zps. Ma l'aspetto più grave è che a mancare è soprattutto il dialogo tra le istituzioni e le associazioni, dove a rimetterci è sempre la collettività. “Accade anche che quando le associazioni ambientaliste intervengono nei Comuni, le loro istanze vengono ignorate».

Caterina Cossu

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