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Don Pittau attacca: «Diocesi ignorata»

Don Pittau attacca: «Diocesi ignorata»

ALES. «C'è sempre troppo silenzio sulle emergenze del Medio Campidano e della Marmilla, eppure abbiamo l'economia più disastrata d'Italia con il 28% di disoccupazione territoriale e un Pil peggiorato...

02 settembre 2014
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ALES. «C'è sempre troppo silenzio sulle emergenze del Medio Campidano e della Marmilla, eppure abbiamo l'economia più disastrata d'Italia con il 28% di disoccupazione territoriale e un Pil peggiorato di 10 punti in cinque anni». Don Angelo Pittau, storico direttore della Caritas della diocesi di Ales-Terralba, non salva quasi nessuno. «Unione dei Comuni, consiglieri regionali, parlamentari della zona, mondo politico e amministrativo, e anche mondo ecclesiale, tutti ufficialmente zitti. Mi chiedo – scrive il promotore della Marcia della pace nel quindicinale diocesano "Nuovo Cammino – se siamo tornati trent'anni indietro quando i nostri voti, le nostre mobilitazioni erano funzionali all'egemonia di sinistra del Sulcis-Iglesiente». Prove recenti della marginalità la vicenda Keller e le discussioni sul nuovo ospedale di San Gavino. Rompere questa cortina di silenzio e di indifferenza è diventato anche un obiettivo Caritas, rimasta una delle poche trincee di solidarietà. L'anno scorso ha elargito aiuti per oltre 400 mila euro: di cui 32.000 per il “prestito della speranza”, 20 mila alle cooperative sociali “la Clessidra”, “Alle Sorgenti” e “Santa Maria” ;54 mila euro al “Progetto Sacra Famiglia”, 26.500 euro all'iniziativa “Generazione Novecento”; 9000 al progetto “Educhiamoci a educare”, senza dimenticare il Terzo mondo: 34 mila euro di aiuti al Ciad e alla Tanzania. «Stiamo ripartendo con un anno di programmazione e di iniziative. Credo ad ogni modo – prosegue Pittau – che sia la gente del posto che va stimolata a prendere coscienza della situazione. E' necessario, anche in senso positivo, creare lobby». Don Angelo anticipa i temi della Marcia della Pace del prossimo dicembre. «Senza trascurare le immani tragedie alle porte della Sardegna (Libia, Gaza, Siria), la persecuzione dei cristiani, la marcia deve affrontare – aggiunge il sacerdote – la povertà del nostro territorio, il non lavoro, la mancanza di pane, di salute, di scuole (con il 28% di dispersione scolastica). Cerchiamo la solidarietà di tutta la Sardegna. Ieri si parlava di zone interne, oggi diciamo che siamo messi al margine, scartati. Bisogna saper ridare una coscienza a tutto il territorio».

Don Pittau non è tenero con i politici. «Stanno zitti per non disturbare le rivendicazioni di altre parti dell'isola. In questi ultimi anni – prosegue il prete – ho visto quasi un defilarsi dei nostri rappresentanti territoriali. La stessa provincia del Medio Campidano non aveva nessuna reale incisività. Credo che l'alibi fosse il patto di stabilità, in realtà era inadeguatezza politica, il non aver peso, l'essere una zona che portava voti ad altri leader che del territorio non avevano nessuna conoscenza, né nessun interesse. Paghiamo la marginalità».

Sulla Keller si è fatto un'idea che rilancia le preoccupazioni del vescovo, monsignor Giovanni Dettori: «Ci sono poteri forti – dice il direttore Caritas – che hanno tutto da guadagnare dalla chiusura della Keller, sono poteri che hanno influenza nelle banche, interessi di speculazioni in aree di altri territori, interessi per rilevare una fabbrica del valore di quasi 100 milioni di Euro a costo quasi zero per smantellarla». Ospedale sì- ospedale no. «Sono tanti a non volerlo. Ma l'ospedale di San Gavino ha un bacino di utenza superiore alla stessa ASL 6. Sono abituato alle statistiche anche a quelle sanitarie: i numeri dicono (salvo per la maternità) l'indispensabilità della struttura per la salute di Medio Campidano e Marmilla. Ma nella sanità – conclude Pittau – non contano la salute della gente e i servizi da rendere, ma la politica dei grandi interessi economici non solo dei territori, ma delle lobby pubbliche e private».

Mario Girau

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