La Nuova Sardegna

Oristano

Cabras, per l’assessore un carico di pesce marcio

di Claudio Zoccheddu

Atto intimidatorio per il responsabile dell’Ambiente Alessandro Murana Le tensioni tra il consorzio Pontis e i pescatori di frodo non accennano a placarsi

02 settembre 2014
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CABRAS. Una consegna a domicilio decisamente sopra le righe. Il cumulo di pesce marcio scaricato davanti a uno degli ingressi dell’abitazione di Alessandro Murana, assessore comunale all’ambiente, non è il frutto di un maldestro recapito di un ristorante “take away”, ma un avvertimento, per adesso limitato a del pesce puzzolente e di scarso pregio.

Dietro il cumulo maleodorante di salpe, pesce povero e di scarso valore, scaricato durante la notte tra domenica e lunedì probabilmente c’è infatti un messaggio diretto all’amministrazione comunale.

«Sono stupito», ha detto ieri Murana, «non capisco il motivo di un gesto di questo tipo». Il movente non è chiaro ma sui mittenti ci sono pochi dubbi: «Mi sembra evidente che si tratti di una bravata compiuta dai pescatori di frodo», ha detto ancora Murana che ieri mattina ha inoltrato una denuncia contro ignoti, «chi ha scaricato il pesce ha perso un cappello che ricorda quelli utilizzati durante la notte da chi pesca senza licenza».

Il cappello da baseball in tinta mimetica, dunque, sarebbe la prova del coinvolgimento dei pescatori di frodo.

Anche sulla tempistica del gesto, Murana ha pochi dubbi. «Considerato che in questi giorni non ho avuto contatti diretti con esponenti del mondo della pesca, posso pensare che si tratti di un episodio programmato dopo la mia partecipazione a una seduta del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica convocata in Prefettura qualche giorno fa».

Una spiegazione che, comunque, non convince fino in fondo l’assessore.

«Durante l’incontro non è emerso niente di nuovo. Il presidente del consorzio Pontis ha chiesto l’inasprimento delle sanzioni per i pescatori di frodo e ha sottolineato il susseguirsi di atti vandalici a carico di alcuni soci del consorzio. Nonostante la gravità di questi gesti, non si tratta certo di episodi estranei alla storia della lotta tra pescatori».

Dunque, il movente di chi ha scaricato una ventina di chili di pesce putrido davanti a casa di Alessandro Murana rimane un mistero.

Quello che invece è molto meno oscuro è lo stato delle cose ai margini della laguna di Mar’e Pontis.

La lotta tra i due gruppi di pescatori continua a ritmi serrati e alla casistica delle scaramucce tra le due fazioni deve essere aggiunto, con tutta probabilità, anche la bravata indirizzata all’assessore e all’amministrazione che rappresenta.

Una sorta di avvertimento tanto fastidioso quanto maleodorante.

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