La Nuova Sardegna

Oristano

Vince chi protesta: i bar di piazza Roma spengono la musica

di Piero Marongiu

Poco dopo la mezzanotte l’intervento della polizia Qualcuno si era lamentato: perplessi commercianti e clienti

23 agosto 2014
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ORISTANO. Piazza Roma giovedì sera: la mezzanotte è passata da una decina di minuti, arriva una pattuglia della polizia, un agente va dai gestori del bar Arru, Aroma Caffè e Dolce vita, e fa smettere i tre gruppi che intrattenevano gli avventori con la musica. Motivo? Il volume dell’amplificazione è troppo alto e qualcuno che non riesce a prendere sonno ha chiesto l’intervento della polizia per far smettere la musica. Tra i numerosi clienti seduti ai tavolini dei tre locali il disappunto è palpabile e qualcuno che arriva dalla penisola, guarda l’orologio e si lascia sfuggire un laconico: «E questa sarebbe una città di mare con vocazione turistica? Mai vista una cosa del genere da nessuna parte. Incredibile».

Lo stesso disappunto si legge anche nello sguardo dei gestori dei tre locali, i quali, dopo il blitz della polizia, hanno visto rapidamente liberarsi i tavolini. «Abbiamo il permesso della Siae fino alle 01.30 – dice il titolare dell’Aroma caffè – e non mi pare che il volume della musica fosse così alto da disturbare qualcuno».

Gli agenti si limitano a dire di essere intervenuti perché qualcuno glielo ha detto e che eventuali lamentele devono essere indirizzate altrove. «Forse chi si lamenta – dicono alcuni ragazzi – si è dimenticato di essere stato giovane. Adesso cosa facciamo? Torregrande, per lo stesso problema, è una località morta. Qui non c’è nulla, né in estate né in inverno. Se ci tolgono anche la possibilità di stare in piazza con gli amici ad ascoltare musica, siamo costretti a prendere la macchina e andare fuori».

Un turista bolognese con la ragazza, arrivato nella mattinata da Alghero, allarga le braccia, e dice: «E’ una cosa incomprensibile. In tutte le città turistiche in questo periodo si ascolta musica in piazza. Tra l’altro il genere proposto dai gruppi che stavano suonando, melodico e pop, a mio giudizio non disturbava affatto».

Paola Arca, voce splendida del duo “Gianni e Paola”, che si stava esibendo dietro la Torre Aragonese, è arrabbiatissima: «Qui non si può fare nulla – dice –, poi ci si lamenta perché la gente preferisce andare da altre parti».

L’interruzione prima del previsto della musica ha creato anche un danno economico ai gestori dei locali che avevano ingaggiato i musicisti. «Noi chiediamo il permesso – dice uno dei tre gestori – e paghiamo la Siae. Se la gente è costretta ad andare via prima del tempo subiamo un danno che crea un effetto a catena: se il lavoro si riduce, riduciamo le spese di gestione». Che tradotto in parole semplici significa: meno personale e meno soldi da spendere a disposizione, con buona pace per tutto l’indotto. Ma di fronte a una buona dormita, non ci sono conti né crisi economica che tenga.

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