La Nuova Sardegna

Oristano

Emergenza idrica verso la fine Alcuni bar costretti a chiudere

di Alessandro Farina
Emergenza idrica verso la fine Alcuni bar costretti a chiudere

L’ennesima falla nella condotta per Bosa è stata riparata ma i disagi hanno creato molti problemi A Porto Alabe, marina di Tresnuraghes, non c’erano le autobotti: stop forzato per diversi esercizi

23 agosto 2014
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BOSA. L’emergenza si rilevava a macchia di leopardo nella città del Temo, dopo l’ennesima falla (la numero otto, da fine luglio ad oggi) che si è aperta giovedì nel tratto di condotta in cemento amianto che permette al liquido potabilizzato a Barasumene di raggiungere il ripartitore di monte Contra, e da qui serbatoi e rete di Bosa, Marina di Magomadas e Porto Alabe.

In particolare a soffrire la sete è stata la frazione balneare di Bosa Marina, con segnalazioni in arrivo anche dal quartiere di Santa Caterina e, sul litorale oltre il confine comunale, Porto Alabe. Dove c’è chi ha chiuso il proprio esercizio per carenza idrica e impossibilità di rifornimento, come invece è stato possibile a Bosa, dalle autobotti approntate per l’emergenza.

Lo stato di emergenza fortunatamente dovrebbe attenuarsi nelle prossime ore, forse già in serata se tutto va bene, considerato che gli operai di Abbanoa hanno riparato la condotta nel primo pomeriggio e, già dalle 16, l’acqua ha iniziato a scorrere verso i serbatoi e la rete.

Il sindaco Luigi Mastino comunque tiene aperto il Centro operativo comunale in via precauzionale, fino a oggi. Non si sa mai, visto le condizioni strutturali del serpentone in cemento amianto realizzato negli anni ottanta ed ereditato da Abbanoa, che ne deve gestire da tempo le continue e pesanti criticità, che inevitabilmente si riverberano sull’utenza in termini di disagio. «Fino a questa mattina le telefonate in arrivo al Coc di Bosa – subito istituito da Luigi Mastino, Ndc – non erano molte. Comunque noi siamo pronti a fronteggiare l’eventuale intensificarsi delle richieste» spiega al telefono il responsabile della Croce rossa Giuseppe Solinas. Coadiuvato nella gestione dei venti volontari impegnati a supporto delle autobotti della Protezione civile regionale, dal collega Antonello Masala e dal maresciallo della Croce rossa militare Pino Morittu. Un lavoro impegnativo «Scandito da un protocollo ben preciso da seguire per dare corso alle richieste», spiega Peppe Solinas. Considerata qualche nota polemica via social network circolata nella precedente crisi idrica di metà agosto «Quando le telefonate al nostro centralino sono state centinaia in poche ore», ricorda il volontario.

Il clima fra gli utenti intanto si fa sempre più incandescente. Con la richiesta di un intervento radicale ben più rapido rispetto ai due anni stimati per l’utilizzo degli oltre cinque milioni di euro. Destinati, la notizia è di qualche settimana fa, alla sostituzione del tratto di 11 Km di condotta che ancora una volta in piena stagione balneare ha messo sotto pressione la pazienza degli utenti ed il sistema idrico, e turistico, di Bosa.

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