La Nuova Sardegna

Oristano

Con DigitAbile il lavoro c’è anche per i disabili

di Piero Marongiu

La cooperativa sociale di tipo B si occupa di formazione di persone svantaggiate La storia di Antonello, che con un progetto di inserimento ha un’occupazione

20 agosto 2014
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ORISTANO. Trovare un lavoro per rendersi economicamente indipendenti, di questi tempi, sembra un sogno per migliaia di giovani italiani. Se a cercarlo è un soggetto svantaggiato, le difficoltà aumentano sicuramente.

In città da diversi anni opera la società DigitAbile Onlus, una Cooperativa sociale di tipo “B” che, tra le altre cose, si occupa anche di formazione e inserimento di soggetti diversamente abili.

Giorgio Oggianu parla con orgoglio dei risultati ottenuti in questi ultimi anni dall’Istituto che presiede. «Uno dei problemi maggiori che vivono le famiglie in cui è presente un soggetto svantaggiato – dice – nasce dalla difficoltà di riuscire a fargli raggiungere l’autonomia economica che gli consenta di sostenersi autonomamente. Attraverso i corsi attivati con i nostri partner siamo riusciti a inserire nel mondo lavorativo diversi soggetti con disabilità. La nostra attività consiste nel lavorare per creare le condizioni che consentono di far incontrare il sistema produttivo con quello dello svantaggio costruendo le condizioni necessarie e indispensabili per superare il gap esistente tra i due, mediante la progettazione di interventi personalizzati compatibili con le caratteristiche e con il progetto di vita del soggetto svantaggiato».

Qualche mese fa, Antonello Figus, un ragazzo di 37 anni affetto dalla sindrome di Down, grazie a un progetto dell’Associazione persone Down di Oristano attivato dalal Cooperativa DigitAbile, ha iniziato a lavorare in sala presso il Mc Donald.

Questo risultato è stato ottenuto grazie al lavoro svolto dai formatori e al progetto “La fucina dei talenti” (di cui la cooperativa DigitAbile è partner) opera per l’inserimento dei soggetti svantaggiati nell’attività lavorativa.

«L’obiettivo ottenuto da Antonello – dice Clara Doni, presidente dell’associazione Down cittadina – è straordinario e commovente».

Massimo Serra, operatore dell’associazione, è soddisfattissimo: «Antonello per il momento lavora tre giorni a settimana, ma l’obiettivo è quello di aumentare fino a raggiungere il massimo».

Ma il progetto portato avanti dagli operatori non si limita all’inserimento dei soggetti nel mondo del lavoro: «L’altro aspetto – dice Serra – è quello della residenzialità e prevede per i ragazzi la gestione in totale autonomia di una giornata. L’esperienza, attuata sotto la guida di un operatore, serve ad abituarli a vivere da soli dentro un appartamento senza dover dipendere dai genitori».

«I nostri progetti – dice ancora Oggianu – si occupano anche di digitalizzazione ottica degli archivi, di inventariare beni mobili e immobili, di recupero e gestione degli archivi, della conservazione dei dati attraverso l’eliminazione del cartaceo, di formazione per il conseguimento della patente europea per l’uso del computer e di telelavoro».

Un lavoro attento, quindi, portato avanti da persone preparate e competenti che non danno solo speranze ai soggetti svantaggiati ma anche qualche, come avvenuto per Antonello, importantissima risposta.

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