La Nuova Sardegna

Oristano

Un menù speciale per il Ferragosto in mezzo ai poveri

di Piero Marongiu
Un menù speciale per il Ferragosto in mezzo ai poveri

Una settantina di persone in gravi difficoltà economiche ha mangiato alla mensa delle suore di San Giuseppe

18 agosto 2014
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ORISTANO. Fanno la fila con discrezione. In silenzio, attendono pazientemente il loro turno per fare una doccia calda, cambiarsi gli abiti o per prendere il sacchetto con dentro un pasto completo. Sono i poveri che ogni giorno bussano alla porta della mensa della carità gestita dalle suore Figlie di San Giuseppe. Tra i tanti diventati “ultimi” si possono incontrare anche persone che mai si sarebbe pensato di incontrare in una mensa per poveri. Ma sono i segni di una crisi che morde ferocemente e che non risparmia nessuno.

Le suore non chiedono carta d’identità, né religione professata. Aprono la porta e accolgono tutti con un sorriso. «Mettiamo a disposizione di chi ha bisogno quello che ci porta la provvidenza – dicono –. In ogni povero c’è un essere umano che ha bisogno; in ognuno di essi possiamo vedere il viso di Gesù, che ci ricorda: “Avevo fame e mi avete dato da mangiare, sete e mi avete dato da bere; ero nudo e mi avete rivestito, carcerato e siete venuti a visitarmi”. È questa la carità verso i nostri fratelli».

Che fosse Ferragosto non ha fatto differenza. Come accade ogni giorno in tanti hanno bussato alla porta di Via Carmine; chi per lavarsi, chi per chiedere indumenti e chi per mangiare. Numeri precisi non ce ne sono ma tra pranzo e cena gli ospiti del giorno della festa di mezza estate sono stati non meno di una settantina. A gestire la mensa dei poveri insieme alle suore, c’era come sempre un gruppo di volontari e volontarie che si alternano nel confezionamento dei pasti.

Visto che si era a Ferragosto anche il menù è stato speciale: pasta al forno, maialetto arrosto, contorno e frutta. Chi non ha consumato il pranzo nella struttura ha trovato il solito provvidenziale sacchetto contenente pranzo e cena da portare a casa. «Il numero dei bisognosi è in crescita costante - dicono le suore –. Noi facciamo quello che possiamo ma è la povertà ad essere in aumento, e non risparmia nessuno». Le suore, per discrezione e per prudenza, non lo dicono, ma non sono solo gli extracomunitari e persone senza fissa dimora a chiedere il loro aiuto. Ci sono anche quelli definiti “nuovi poveri”. Si pensava appartenessero a realtà ben più lontane e invece anche a Oristano a far la fila ci sono persone che hanno perso il lavoro e non riescono a trovarne un altro; persone separate e anche qualcuno che ha dovuto fare i conti con il fallimento della propria azienda e adesso non ha più nulla.

In città oltre alle suore Giuseppine operano anche altri volontari: fanno capo alla onlus Casa del Sole. «La vigilia di Ferragosto – dicono i volontari – abbiamo distribuito viveri, in città e in provincia, a oltre duecento famiglie. In molte di queste ci sono bambini piccoli e il numero dei bisognosi aumenta ogni giorno». La parola d’ordine è «discrezione». Non vogliono visibilità. «Quello che fa la mano destra – dicono – non lo deve sapere la sinistra». Ogni giorno, con le loro auto, questi samaritani dei giorni nostri si recano nei supermercati di una catena di distribuzione e ritirano pasta, latte, zucchero, olio, pane, carne, frutta; confezionano il tutto nei sacchetti e li distribuiscono. «Le situazioni critiche – concludono – ci vengono rappresentate dai servizi sociali dei comuni».

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