La Nuova Sardegna

Oristano

Mari Ermi, dopo il rogo è l’ora delle polemiche

di Claudio Zoccheddu
Mari Ermi, dopo il rogo è l’ora delle polemiche

Cabras, l’incendio di domenica innesca tensioni sull’utilizzo della strada sterrata Scintille e strascichi legali tra i titolari del chiosco e dell’agricampeggio

12 agosto 2014
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CABRAS. Sono stati attimi di tensione e paura. L’incendio che ha lambito la spiaggia di Mari Ermi ha acceso anche gli animi degli operatori turistici, oltre ai tre ettari di terra andati in fumo. Da una parte ci sono i titolari del chiosco Sole e Mare, Franco Contini e suo padre Gesuino: «Siamo stati fortunati, con la strada per Is Aruttas chiusa sarebbe potuto succedere un disastro. Il proprietario, o il Comune, deve riaprirla subito perché migliaia di persone potrebbero rimanere intrappolate». Dall’altra c’è Giuliano Nardi, titolare dell’agricampeggio Muras e proprietario delle terre su cui fino a qualche tempo fa scorreva la stradina sterrata: «Ieri, intorno alle 19, sono stato aggredito dai Contini. Hanno preso a calci me e la mia macchina. Li denuncerò». Due racconti molto differenti di un episodio che, comunque, avrebbe potuto avere conseguenze drammatiche: «Abbiamo visto il fumo all’ora di pranzo – spiega Gesuino – e pochi minuti dopo era davanti al chiosco: La gente è impazzita, tutti volevano spostare le auto per paura che potessero bruciare». Tempo pochi minuti e il parcheggio del chiosco è diventato un inferno di fiamme e fumo: «La parola giusta è panico, se i soccorsi non fossero stati tempestivi avremmo perso tutto», racconta Franco Contini che aggiunge: «Purtroppo alcuni soccorritori sono rimasti bloccati davanti ai massi che ostruiscono la strada sterrata. Sarebbero potuti arrivare in pochi minuti a dare man forte a chi già lottava con il fuoco, invece hanno dovuto fare un giro lungo venti chilometri prima di arrivare a Mari Ermi passando dalla strada asfaltata». Nel frattempo, in spiaggia la paura cancellava la voglia di vacanze: «Se il fuoco fosse partito qualche metro più indietro i duecento camper che sostano all’agricampeggio Muras sarebbero bruciati come cerini, con la strada chiusa non avrebbero avuto via di scampo», ha concluso Franco Contini. A pochi metri dal fronte del fuoco ci sono i terreni e le attività di Giuliano Nardi: «Possono dire quello che vogliono ma la strada è chiusa perché è stata sequestrata dalla procura della Repubblica. Infatti, quella non è una strada ma è una spiaggia. Per giunta di mia proprietà». L’incendio di ieri non ha scosso Giuliano Nardi: «Sono turbato per il trattamento a cui sono stato sottoposto quando mi sono avvicinato a chiedere cosa stesse succedendo. Mi hanno aggredito in quattro e ora non sono tranquillo, ho paura». Sulla questione della strada, il titolare dell’agricampeggio taglia corto: «Il Comune ha spianato la vecchia strada che corre a 500 metri dalla costa. È molto stretta ma si può utilizzare ed è l’unica soluzione possibile». L’ultimo pensiero di Giuliano Nardi è rivolto a chi sostiene che le piazzole del suo agricampeggio siano appena 15: «Stupidaggini. Nel mio terreno ospito chi voglio e c’è una sentenza del giudice di pace di Oristano, la numero 54 del 2007, che lo dimostra».

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