La Nuova Sardegna

Oristano

Hotel e campeggi in perdita e i pochi servizi costano troppo

di Piero Marongiu
Hotel e campeggi in perdita e i pochi servizi costano troppo

Cuglieri, l’analisi sulla prima metà della stagione turistica presenta dei dati contrastanti L’assessore provinciale: «Presenze in aumento». Federalberghi: «Sovrastati dalle seconde case»

12 agosto 2014
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CUGLIERI. «Stando ai dati in nostro possesso riferiti al mese di giugno – dice Gianfranco Attene, assessore provinciale al Turismo –, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno il numero delle presenze risulta essere aumentato di oltre il 15 per cento. E stando alle previsioni il dato dovrebbe migliorare ulteriormente. Tuttavia, non nego che problemi da risolvere ce siano tanti, a cominciare dal caro traghetti».

La seconda voce. «È vero – dice Pino Porcedda, presidente provinciale di Federalberghi –, i dati parlano di un aumento, ma le cose non vanno bene. Per quanto riguarda il settore alberghiero, nel mese di luglio, la presenza di turisti italiani ha subito un decremento del 15 per cento, mentre è aumentata dell’8 per cento quella degli stranieri. La permanenza media nelle strutture alberghiere non supera i tre giorni e il fatturato è sceso di circa il 10 per cento». L’altra faccia della medaglia non offre sorrisi. Nei campeggi la situazione è decisamente sconfortante: la presenza degli italiani è calata di circa il 30 per cento, mentre quella degli stranieri è aumentata di poco più dell’1 per cento.

L’unico mercato che sembra ancora reggere pare sia quello delle seconde case. «Il numero delle presenze non registrate – conclude Pino Porcedda – è impossibile da quantificare, ma incide in misura non inferiore al 60 per cento. Federalberghi ha attivato una lotta serrata contro l’abusivismo e contro la ristorazione improvvisata, ma sappiamo che sarà difficile vincerla. Per quanto riguarda il caro traghetti, invece, stiamo lavorando con una società che pratica prezzi competitivi. Per far calare i costi è necessario che gli assessorati regionali al Turismo e ai Trasporti lavorino sinergicamente per un piano strategico, in grado di contenere la spesa per arrivare in Sardegna».

Quindi, se da un lato l’incremento delle presenze c’è stato, dall’altro sono calati i guadagni. I fattori negativi che hanno determinato il minor numero di entrate sono diversi, non ultimo il maltempo. Chi decide di pernottare nella costa centro occidentale lo fa perché vuole vedere una delle zone meno inflazionate dell’isola, quella ritenuta ancora incontaminata. Che, però, offre pochissimi servizi, e a costi spesso troppo alti rispetto al valore e alla qualità dell’offerta proposta.

«Stiamo arrivando da Alghero – dicono Valentina e Simone, giovani turisti bolognesi –, dove abbiamo visitato posti bellissimi. Ma i costi proibitivi rendono l’isola poco appetibile. Forse ci vorrebbe una linea marittima sarda per abbattere i prezzi, e una maggior professionalità in qualche locale non guasterebbe». A santa Caterina di Pittinuri, una delle tre borgate che fanno capo a Cuglieri, si nota quasi esclusivamente la presenza di turisti stranieri: tedeschi e olandesi, per lo più. «Il servizio di salvamento è partito il 2 agosto e sarà attivo solo fino al 19 – dice una signora che viene in vacanza da molti anni –. Ma la gente viene anche dopo il 19 di agosto».

Nella spiaggia di S’Archittu, la settimana prima di Ferragosto, nonostante l’impegno dell’omonima associazione culturale, che organizza eventi molto interessanti come Artigiandando, non c’è la calca dei tempi migliori. «I problemi di questa parte di costa – dice Lucio Marongiu, gestore del locale storico La Capannina di Torre del Pozzo, che vanta una vista mozzafiato sul mare – hanno radici lontane e adesso risolverli è molto difficile». Negli anni Sessanta S’Archittu veniva chiamata la Rimini della costa oristanese: lì era nata la prima discoteca, La Capannina appunto, e successivamente S’Istella de su Mari e il Menhir. In attività non ne è rimasta neppure una. «Se vogliamo andare a divertirci la notte – dicono alcuni giovani che vengono dalla penisola – dobbiamo andare da altre parti». Insomma, il mare, le bellezze paesaggistiche e archeologiche (scarsamente segnalate) vanno bene. Ma dopo?

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