La Nuova Sardegna

Oristano

Bosa, più decoro urbano grazie agli smartphone

Il Comune aderisce al network che garantisce segnalazioni in tempo reale Diventa più rapida e immediata la comunicazione con l’amministrazione

08 agosto 2014
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Simaxis. Il primo annuncio è datato 14 aprile 2012. Dopo due anni, però, l’ecocentro comunale non è ancora entrato in funzione. Perlomeno, non come era lecito aspettarsi da una struttura di questo genere. Sebbene i cancelli non siano ancora stati aperti, la struttura ha ricevuto decine di visite da parte dei cittadini. Purtroppo, non si è trattato di semplici visite di cortesia. Chi ha raggiunto l’ecocentro l’ha fatto per un motivo molto preciso: depositare rifiuti di ogni genere davanti alla struttura. Il panorama che appare davanti agli occhi di chi si reca all’ecocentro è inequivocabile e racconta di un orizzonte ornato da pneumatici, televisori, sanitari, bottiglie e addirittura i componenti di un mobile in legno. Tutti accatastati proprio davanti al cancello principale. L’elenco potrebbe essere molto più lungo, ma probabilmente poco rispettoso nei confronti di una comunità che attende da anni l’apertura del centro di stoccaggio dei rifiuti. La struttura è costata alle tasche dei contribuenti più di 100mila euro e la sua apertura è imminente sin dal 2006, quando il progetto era stata finanziato dalla Regione con un contributo di 80mila euro, a cui ne erano stati aggiunti altri 10mila provenienti dalle casse del comune. L’anno scorso, l’amministrazione comunale aveva annunciato la concessione di altri 20mila euro che sarebbero dovuti servire a completare l’opera a e renderla fruibile. Qualcosa, però, deve essere andato storto e l’ecocentro non si è scrollato di dosso il poco onorabile ruolo di incompiuta. Fino ai giorni scorsi, quando una delegazione di maleducati ha deciso di improvvisare un’inaugurazione indegna. Il tema dei rifiuti, però, non racconta solo lo strano caso dell’ecocentro. In una delle zone periferiche del paese c’è qualcuno che pratica un’altra usanza altrettanto disdicevole: “Capita un giorno si e uno no”, racconta Nicoletta, prigioniera in casa assieme alla sua famiglia per colpa dell’invadenza di un vicino tanto misterioso quanto pericoloso e sfrontato, “non so di chi sia quel terreno ma anche ieri siamo stati costretti a chiamare i carabinieri e i vigili urbani perché c’è qualcuno che brucia i rifiuti a cielo aperto, come se niente fosse”. I fumi, però, finiscono nelle stanze della casa di Nicoletta e di quelle dei suoi vicini, che abitano nelle zona dietro la caserma dei carabinieri: “ è impossibile convivere con questa situazione, speriamo che i vigili urbani facciano qualcosa e che i proprietari di quel terreno smettano di bruciare i rifiuti”. Claudio Zoccheddu

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