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È partita la lotta al campeggio abusivo

CABRAS. Lo avevano annunciato, non senza qualche sopresa e sicuramente tra il disappunto di molti concittadini: gli amministratori di Cabras stanno dando seguito a quanto detto e hanno cominciato un’o...

07 agosto 2014
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CABRAS. Lo avevano annunciato, non senza qualche sopresa e sicuramente tra il disappunto di molti concittadini: gli amministratori di Cabras stanno dando seguito a quanto detto e hanno cominciato un’opera di salvaguardia del litorale. Sono infatti partiti i controlli contro il campeggio abusivo lungo il litorale del Sinis.

Sabato scorso, in serata, si è svolto un primo servizio mirato al quale hanno partecipato col personale della polizia municipale e dell’area marina protetta «Penisola del Sinis - Isola di Mal di Ventre» anche i marinai della capitaneria di porto di Oristano.

A darne notizia è stata l’Amministrazione comunale di Cabras che ha diffuso anche un bilancio dell’operazione. «È stato rimosso un gazebo non custodito sulla spiaggia di Su Zinnibiri, a Nord di Maimoni, pronto ad essere utilizzato per la notte o per “prenotare” il posto per il giorno successivo. Nella zona di Porto S’Uedda, è stato fatto smontare un accampamento di quattro tende da campeggio, posizionate in riva al mare, nelle quali gli occupanti si stavano preparando a trascorrere la notte».

Un primissimo intervento, quasi un test, in vista di giornate ben più impegnative: a giorni l’assalto alle spiagge sarà ben più massiccio. Il periodo di Ferragosto è tradizionalmente quello in cui il “campeggio selvaggio” è più diffuso.

« L’attività di informazione e dissuasione al campeggio abusivo proseguirà anche nei prossimi giorni – prosegue la comunicazione del Comune di Cabras – e per tutto il periodo estivo, intensificandosi particolarmente nei giorni prima di ferragosto, per far conoscere sia l’ordinanza balneare regionale del 2014, che la nuova Ordinanza del sindaco di Cabras per l’utilizzo corretto delle coste, che ribadiscono il divieto di campeggio».

Sarà impegnativo far rispettare l’ordinanza, anche perché l’estensione delle coste cabraresi (oltre 40 chilometri) mal si concilia con la disponibilità di forze da utilizzare nella sorveglianza.

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