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Irene e Claudio pronunciano il fatidico «sì» in sardo

Irene e Claudio pronunciano il fatidico «sì» in sardo

BAULADU. Prima il fatidico «sì» in sardo davanti al sindaco, poi la classica formula che ne sancisce l’unione: «E duncas in nòmini de sa lei si decraru unius apari cun sa coja», che tradotto suona:...

05 agosto 2014
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BAULADU. Prima il fatidico «sì» in sardo davanti al sindaco, poi la classica formula che ne sancisce l’unione: «E duncas in nòmini de sa lei si decraru unius apari cun sa coja», che tradotto suona: «Secondo la legge vi dichiaro uniti in matrimonio». Sono le parole pronunciate dal sindaco, Davide Corriga, a conclusione del primo matrimonio in limba celebrato venerdì scorso in Municipio. Nell’aula consiliare, Claudio Desogus e Irene Ferro, si sono uniti in matrimonio di fronte ad amici e parenti con il rito bilingue. Dopo Mogoro e Scano Montiferro è uno dei primi matrimoni celebrati nell'isola con questa formula.

Nel rispetto della tradizione locale gli sposi hanno indossato il costume di Bauladu. Ad accoglierli nella sala consiliare il sindaco Davide Corriga. Quale ufficiale civile di Stato, il primo cittadino ha letto in limba i tre articoli del codice civile ed è stata recitata la formula. La novità era stata introdotta da una delibera di giunta approvata il 21 luglio: l’atto prevede la facoltà, dietro preventiva richiesta degli sposi, di celebrare il matrimonio con doppia formula in sardo e in italiano.

«L'iniziativa è finalizzata a promuovere l’utilizzo costante del sardo, nelle istituzioni e nella vita quotidiana – ha spiegato il sindaco Davide Corriga –. La tutela e la valorizzazione del nostro patrimonio linguistico è uno dei nostri obiettivi programmatici. Quella di consentire la celebrazione di un matrimonio in sardo è una scelta di grande valore simbolico identitario. Irene e Claudio hanno dato vita anche nel nostro comune al primo matrimonio bilingue».

Prima di lasciare il Municipio per la festa con i parenti e gli amici gli sposi si sono fatti immortalare davanti al gonfalone del Comune con in mano il loro certificato scritto tutto in sardo.

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