La Nuova Sardegna

Oristano

La carica dei 600 grida: «Riaprite il lungomare»

di Claudio Zoccheddu
La carica dei 600 grida: «Riaprite il lungomare»

San Vero Milis, successo del corteo promosso dai residenti della borgata Slogan e cori di disappunto sulle scelte dell’amministrazione comunale

04 agosto 2014
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SAN VERO MILIS. Castelli di rabbia. I castelli erano in spiaggia, costruiti da bambini e adulti che si sono divertiti a modellare la sabbia davanti al chiosco Lollo Beach e hanno animato una manifestazione patrocinata dall’amministrazione comunale e dedicata a architetti e ingegneri da spiaggia. La rabbia, invece, era sul lungomare e si è manifestata in un corteo a cui hanno partecipato circa seicento persone armate di slogan e cartelli. Anche il corteo si è fermato davanti al chiosco Lollo Beach, l’unico ancora in piedi dopo il repulisti amministrativo che ha spazzato il lungomare tra Putzu Idu e Mandriola cancellando i vecchi chioschi e ipotizzando la realizzazione di nuove strutture che, nelle intenzioni, si affacceranno su un lungomare chiuso al traffico e rinaturalizzato. Proprio come impone il nuovo piano di utilizzo dei litorali (Pul), entrato in vigore qualche tempo fa e al centro della contestazione di una grossa fetta di popolazione. “Putzu Idu libera”, cantavano i manifestanti che, a più riprese, hanno chiesto apertamente le dimissioni del sindaco e della giunta. I cori sono iniziati poco prima che il corteo imboccasse lo stradello sterrato che, nelle intenzioni degli amministratori, avrebbe dovuto sostituire il lungomare. Perlomeno per la viabilità locale. Un’idea rimasta in piedi solo qualche giorno perché la polvere sollevata dalle auto rischiava di trasformare la depressione bianchissima di Sa Salina Manna, un sito di interesse comunitario che costeggia il lungomare, in un enorme campo di terra rossa. Un fatto che ha costretto gli amministratori a blindare lungomare e stradello spostando il traffico sulla bretella che sfiora Sa Rocca Tunda e che allunga il tragitto per Mandriola di qualche chilometro. La necessità di evitare un disastro ambientale ha però fatto traboccare il vaso della sopportazione dei sanveresi che, ieri, hanno occupato le borgate marine. «Ci siamo dati appuntamento sfruttando i social network e il passaparola», ha detto Paolo Tedeschi, uno dei giovanissimi organizzatori della manifestazione, «abbiamo avuto successo perché la popolazione è stanca di subire queste decisioni incomprensibili». Un punto di vista ribadito anche sopra il cassone del camion che ha ospitato gli oratori di giornata. Sul “palco” anche l’ex sindaco, Antonello Chessa: «Direi che un confronto pubblico è ormai irrinunciabile. L’amministrazione comunale non ha più il consenso su cui poteva contare qualche tempo fa e ne deve prenderne atto. Mi chiedo se cerchino la saggezza nelle decisioni che prendono o se siano animati da altri sentimenti». Gli interventi sono andati avanti fino a tarda serata e tutte le voci che si sono alternate al microfono hanno ribadito la stessa idea: «Il lungomare deve riaprire e i cittadini devono poter esprimere il loro parere». Ieri l’hanno fatto e, giurano, lo rifaranno se ce ne sarà la necessità.

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