La Nuova Sardegna

Oristano

Pericolo crolli, chiusa la chiesa di S. Severa

Pericolo crolli, chiusa la chiesa di S. Severa

Ollastra, il parroco ha chiamato i vigili del fuoco dopo aver notato la caduta di alcuni calcinacci

01 agosto 2014
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OLLASTRA. Una grave lesione ad uno degli archi centrali di basalto e la chiesa di Santa Severa è stata chiusa ai fedeli. Sono stati i vigili del fuoco, ieri mattina, durante un sopralluogo, ad accertare le lesioni nel manufatto, provocate dal tempo e dalla mancanza di manutenzione.

È stato il parroco, don Mario Nurchi a chiedere l'intervento dei pompieri dopo aver individuato dei calcinacci che erano caduti alcuni giorni fa. Preoccupato per le possibili conseguenze ha quindi chiamato i vigili del fuoco.

«I problemi nella chiesa esistono da prima che arrivassi io ad Ollastra – ha ricordato don Mario – nell'arco è ben visibile il ferro del pilastro con le lesioni provocate dal tempo. Il problema è ben noto anche all'amministrazione comunale – ha ricordato il parroco – infatti ora si dovrà inviare una richiesta alla Regione per poter richiedere i finanziamenti necessari».

Ieri mattina una squadre dei vigili del fuoco ha raggiunto Ollastra ed ha effettuato un accurato sopralluogo. Sono state riscontrate delle lesioni che potrebbero rappresentare un pericolo di crollo. Per questi motivi gli uomini del 115 hanno chiesto l'immediata chiusura della chiesa di Santa Severa. Un edificio che viene utilizzato in particolare per la festa della Santa, visto che la chiesa parrocchiale è quella di San Sebastiano.

La chiesa di Santa Severa risale al XV secolo è conserva anche delle importanti tracce di età paleocristiana. La sua costruzione dovrebbe risalire, esattamente al 1450, è un edificio a pianta rettangolare, suddiviso in tre navate collegate da archi a tutto sesto poggianti su pilastri a base quadrata in trachite. Lungo le linee di pilastri si sviluppa un piccolo presbiterio delimitato da un arco in pietra squadrata. Ha la volta accennata a crociera e la finestra rivolta a oriente, la cui vetrata, da un normale schema a croce ottenuto per negativo, crea un effetto piuttosto particolare: quando sorge il sole la luce dipinge una croce sulla parete sinistra dell'abside. La copertura è invece a capanna con tavole e travi in legno, lungo la navata centrale si nota una struttura particolare formata da una travatura a reticolo con funzione di sostegno: capriate. La sua origine comunque sarebbe ben più antica e legata ad un piccolo tempio bizantino.

Negli ultimi due mesi anche altre due chiese hanno avuto delle lesioni gravi a causa delle necessarie ristrutturazioni. Prima la chiesa di Massama e poi quella di Donigala. Per la loro ristrutturazioni si attende da anni il finanziamento da parte della Regione.

Elia Sanna

Comune

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