La Nuova Sardegna

Oristano

Ponte di Marceddì, fumata nera La chiusura è il passo successivo

di Cristina Diana
Ponte di Marceddì, fumata nera La chiusura è il passo successivo

Terralba, il sindaco Piras ha incontrato l’assessore regionale ma la risposta è stata chiara: non si passa Il Consorzio pesca dovrebbe bloccarne l’accesso ma il presidente sottolinea: «Noi non siamo agenti»

23 luglio 2014
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TERRALBA. Nessuna soluzione facile per il ponte per il ponte di Marceddì. Per essere percorso dalle automobili in legittimità e sicurezza il percorso da fare è abbastanza lungo. Esito negativo ma prevedibile dunque per l’incontro che il sindaco di Terralba Pietro Paolo Piras ha avuto ieri mattina all’assessorato regionale all’Agricoltura riguardo l’ordinanza che vieta l’accesso delle automobili sul ponte di Marceddì. «L’ordinanza della Capitaneria di porto è chiara, non si può transitare sul ponte perché non è abilitato al passaggio veicolare, e che piaccia o meno deve essere rispettata» sottolinea Piras. «L’unica possibilità che rimane è quella di rendere il ponte una vera e propria strada, ma si tratta di un percorso lungo, che dovrà riunire tutti gli enti coinvolti, come diversi assessorati regionali, comuni di Terralba e Arbus, provincia di Oristano e Medio Campidano, Demanio, Capitaneria di porto ecc, per valutare se c’è la possibilità e la volontà di rendere questa struttura per la pesca una vera e propria strada». L’iter si preannuncia lungo: collaudo della struttura, classificazione del ponte come strada, assegnazione della responsabilità della strada a un ente, reperimento dei fondi per tutte queste operazioni. «Non si tratta di una procedura facile, è tutto da valutare, non sarà una cosa di pochi giorni ovviamente – commenta Piras –. Comunque in questi giorni convocherò un tavolo tecnico per provare a risolvere la situazione». Ma di chi è la competenza per bloccare il traffico delle automobili sul ponte? «Il Consorzio deve provvedere ad eseguire le decisioni della Capitaneria, quindi bloccare il ponte con catene o altro per impedire l’accesso alle auto» prosegue Piras. Ma il Consorzio ribatte: «Noi non siamo in grado di chiuderlo, non siamo agenti di polizia, non ci sono più neanche i cancelli, dopo 20 anni durante i quali è rimasto aperto come fai a chiuderlo da un giorno all’altro? Abbiamo segnalato con cartelli appositi il divieto ma di più non possiamo fare» commenta il presidente Franco Zucca. «Non possiamo mandare i soci a fare da agenti e farsi maltrattare dalla gente, speriamo che il Comune si impegni a risolvere la situazione, noi vogliamo il ponte aperto ma vogliamo anche essere tutelati». La chiusura del ponte, che sia con catene o solo cartelli, è comunque un duro colpo anche per i tanti vacanzieri abituati a passare da lì per recarsi nelle spiagge della Marina di Arbus. E un duro colpo anche per il borgo di Marceddì e per le sue attività di ristorazione tanto rinomate, che vengono spesso raggiunte da turisti di rientro dalle spiagge. Ad essere penalizzata anche l’attività economica del Consorzio pesca di Marceddì che deve a breve aprire un ittiturismo. Struttura che potrà essere raggiunta solo allungando il percorso e passando dalla strada ex Nato di San Nicolò D’Arcidano.

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