La Nuova Sardegna

Oristano

Deposito non autorizzato, sigilli della Forestale

di Elia Sanna
Deposito non autorizzato, sigilli della Forestale

Il Gip del tribunale ha imposto il sequestro dell’area che fa capo a Antonio Porcu L’imprenditore è stato denunciato per violazione delle norme sui rifiuti speciali

22 luglio 2014
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ORISTANO. Il sito era stato bonificato dieci anni fa ma veniva utilizzato nuovamente per lo stoccaggio, smaltimento e deposito giudiziario di autoveicoli. Il gip del tribunale di Oristano ha così sequestrato l'ex deposito a causa dell’alta concentrazione di materiali di risulta e di veicoli fuori uso, per preservare la salute pubblica e l’incolumità dei cittadini. Sono stati gli agenti del Corpo forestale di Oristano a mettere i sigilli, ieri mattina, all'ex deposito di autodemolizioni di Antonio Porcu a Silì che è stato denunciato per la violazione della normativa sui rifiuti speciali. Attraverso le immagini aeree gli agenti della Forestale hanno scoperto la violazione ambientale da parte dell’ attività che era stata trasferita nel 2004 nella zona industriale del capoluogo. Nei giorni scorsi gli agenti del nucleo investigativo provinciale della Forestale, coordinata dal commissario capo Giuseppino Serra, hanno effettuato il sopralluogo nel sito di via Vandalino Casu accertando diverse irregolarità sullo stoccaggio di veicoli demoliti e sottoposti a custodia giudiziaria. Ieri la decisione del gip di Oristano, Annie Cècile Pinello, di sottoporre il deposito a sequestro preventivo. Il sito, utilizzato anche per deposito di autoveicoli destinati alla rottamazione ed al recupero di pezzi di ricambio, ha una superficie di 2000 metri quadri ed appartiene all'imprenditore di Oristano Antonio Porcu di 68 anni. «L’area, che non risulta più autorizzata quale deposito di auto demolizioni, era stata bonificata dal 2003, mentre l’attività di deposito era stata trasferita nella nuova struttura della zona industriale – ha spiegato in una nota il dirigente provinciale del Corpo forestale Maria Piera Giannasi –. Nel 1989 venne autorizzata un’attività di demolizione e smaltimento di veicoli fuori uso e successivamente, agli inizi del 2003, con l’agibilità di un primo lotto funzionale, venne trasferita nella nuova struttura, su una superficie di circa 6.000 metri quadri dove vengono gestiti rifiuti speciali quali gli pneumatici usati, veicoli fuori uso non contenenti liquidi né componenti pericolose e metalli ferrosi. L’autorizzazione rilasciata dalla Regione prevedeva – ha aggiunto Maria Piera Giannasi – il contestuale smaltimento di tutti i rifiuti stoccati all’interno del precedente impianto. La dismissione era stata certificata dall'azienda di Antonio Porcu nel 2004, con una dichiarazione dalla quale emergeva la bonifica del sito di ogni tipo di materiale ferroso e da ogni altro materiale di risulta. Di recente, è invece emerso che nel vecchio sito era ripresa l’attività di stoccaggio, smaltimento e deposito giudiziario di autoveicoli, secondo le normative di legge. Nel caso specifico i veicoli presenti al momento dell’accertamento invece – ha concluso Maria Piera Giannasi – erano malamente accatastati e non in condizioni di sicurezza, esterna e interna tanto da mettere in serio pericolo la salute pubblica e l’incolumità dei cittadini».

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