La Nuova Sardegna

Oristano

Il registro è senza iscritti, unioni civili a quota zero

di Enrico Carta
Il registro è senza iscritti, unioni civili a quota zero

Solo coppie eterossessuali hanno chiesto informazioni ma non hanno poi aderito Da matrimoni e ricevimenti nelle sale storiche il Comune ha ricavato 4.465 euro

16 luglio 2014
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ORISTANO. Per ora c’è una scatola vuota, confezionata anche bene, ma vuota. Insomma, si è deciso che il regalo vada fatto, ma all’interno del pacco non ci sono belle sorprese. Così, dopo diversi mesi dalla sua approvazione in consiglio comunale, il registro per le unioni civili è rimasto immacolato. Qualche tentativo è stato fatto, ma per ora non ci sono novità rispetto all’inizio.

Unioni civili. Alcune coppie, in effetti, si sono presentate all’anagrafe, ma dopo aver studiato bene la situazione e aver ascoltato le spiegazioni su vantaggi e svantaggi dell’iscrizione hanno deciso che tutto poteva rimanere tale e quale a prima. Il codice civile garantisce alle coppie conviventi gli stessi diritti del registro delle unioni civili oristanese, che non aggiunge agevolazioni in più o vantaggi per cui valga la pena vedere iscritto il proprio nome e quello del proprio partner. Tanto più che per iscriversi al registro si pagano i sedici euro della marca da bollo.

Solo coppie eterosessuali. Ad ogni modo, qualcuno ci ha provato e non certo perché era spinto da curiosità. Così agli uffici comunali si è presentata qualche coppia di fatto, tra l’altro composta da persone eterosessuali quasi a voler smentire il luogo comune che le unioni civili sono create apposta per coppie omosessuali e quindi a smorzare la polemica che aveva inizialmente accompagnato l’approvazione del registro da parte del consiglio comunale, dopo il lavoro della commissione per le Pari opportunità e di alcune consigliere comunali.

L’opinione. Dopo tanti mesi, l’obiettivo era sicuramente quello di avere qualche iscritto. «Il problema è che per ora è una scatola vuota – spiega la presidentessa della commissione Pari opportunità, Mariangela Massenti –. Al momento esiste solo il registro, ma bisogna riempirlo perché questo diventi realmente utile. Si deve quindi iniziare a modificare il regolamento con proposte delle varie commissioni consiliari e ordini del giorno approvati dal consiglio comunale. Al momento la mera iscrizione non ha vantaggi». E infatti nessuno, in assenza di agevolazioni ha fatto qualcosa che andasse oltre il classico pensierino. La promessa è che, dopo l’imminente pausa estiva, col lavoro della commissione arriverà l’attesa svolta.

Matrimoni civili. Altro discorso, è quello dei matrimoni civili che ovviamente si continuano a celebrare con regolarità in Comune e dai quali l’amministrazione sperava di tirare su qualche soldino con gli affitti delle sale. Nel 2013 il Comune ha ricavato 4.465 euro per undici di questi che sono stati celebrati nei giorni in cui si paga l’affitto della Sala matrimoni, della Sala giudicale e dell’Hospitalis Sancti Antoni. Ovviamente nessun fatidico «sì» è stato pronunciato in cima alla Torre di Mariano che rimane inagibile da quel dì. Al di là di questo “inconveniente” che va ben oltre la questione dei matrimoni, l’idea dell’amministrazione era quella di guadagnare qualche soldo grazie alla concessione in affitto di alcuni edifici storici in cui svolgere anche il ricevimento. Solamente in un caso su undici però, i novelli sposi hanno scelto gli spazi del Comune. L’anno scorso sposi e invitati in un’unica occasione si sono trattenuti all’Hospitalis per mangiare e brindare. In quel caso nelle casse del Comune sono entrati 1.815 euro.

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