La Nuova Sardegna

Oristano

Gli animalisti protestano dopo la strage di cani

di Piero Marongiu

Nurachi, manifestazione di numerose associazioni che tutelano gli animali Ad ucciderli era stato un allevatore stanco delle proteste dei suoi vicini

07 luglio 2014
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NURACHI. Non erano tantissimi, ma sono riusciti a farsi sentire e a far passare perfettamente il loro messaggio. Si potrebbe riassumere in poche parole la manifestazione di protesta pacifica organizzata da un comitato a tutela degli animali nato spontaneamente subito dopo la strage dei sedici cani avvenuta per mano di un allevatore – era stanco delle proteste dei vicini che dicevano che gli animali erano troppo chiassosi – una settimana fa.

A controllare che tutto si svolgesse senza problemi, visti i messaggi poco concilianti postati sui social network da qualcuno che non voleva clamore intorno alla vicenda, c’erano anche i carabinieri della stazione di Riola e alcuni agenti della questura. A promuovere l’incontro è stata Josephine Scano, a raccoglierla gran parte delle associazioni animaliste presenti nel territorio e nell’isola: i rappresentanti della Lega antivivisezione di Cagliari, quelli del rifugio Tobia di Narbolia, l’Anta, l’Enpa e i gestori della colonia felina di Su Pallosu. Insieme a loro anche alcuni cittadini di Nurachi.

«Con la nostra presenza – hanno detto – vogliamo testimoniare che la maggioranza del paese è contro la violenza sugli animali e non giustifica in nessun modo quanto avvenuto». Molti, però, pur non giustificandolo, hanno anche cercato di capire il gesto dell’uomo, dipinto come una persona che non ha mai creato problemi. A provocare la reazione dell’allevatore di 73 anni, sarebbero state le lamentele di alcuni compaesani, stanchi di convivere con l’abbaiare continuo degli animali e con il cattivo odore proveniente dal suo cortile.

«Non ci sono giustificazioni che tengano – dice Josephine Scano –. Noi siamo qui per dire basta a una cultura che non rispetta gli animali. Siamo stanchi di combattere contro una mentalità che considera normale e lecito uccidere un animale se ne viene infastidito. Siamo stanchi di denunciare, ogni giorno, che le leggi esistenti in materia di protezione animale non vengano fatte rispettare. Infine, siamo stanchi della latitanza delle istituzioni locali, che non fanno nulla per sostenere iniziative come la nostra. Gli amministratori di Nurachi erano a conoscenza del problema, ma non sono mai intervenuti. E questo è il risultato. Sappiamo che la persona che ha ucciso i sedici cani, uno si è salvato soltanto per puro caso, ne detiene altri. Eppure nessuno ha pensato di sequestrarglieli».

Intanto c’è già una risposta dell’amministrazione. Per domani, alle 19, è stata convocata una riunione straordinaria del consiglio comunale proprio per discutere dell’uccisione di quei cani. «Noi ci saremo – dice Josephine Scanu – e faremo sentire la nostra voce».

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