La Nuova Sardegna

Oristano

Nel quartiere Valentia i ribelli della Tasi

Laconi, clamorosa protesta di cittadini che lamentano di essere stati dimenticati dal Comune

01 luglio 2014
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LACONI. «No alla Tasi se in cambio non si sono servizi adeguati». La nuova tassa sui servizi indivisibili continua a far discutere e diventa oggetto del contendere tra amministrazione comunale e i residenti del quartiere Valentia.

La zona in questione è un bel quartiere di nuova costruzione; il quartiere, di proprietà, anni addietro, dell' omonima cooperativa edilizia oggi sciolta, ospita nell'amenità della campagna laconese una decina di belle villette i cui residenti da qualche tempo sono sul piede di guerra perché contestano al Comune la negazione di alcuni servizi.

Manto stradale a tratti dissestato, buche nelle strade, erba alta, e altri disservizi che non giustificherebbero il salasso delle nuove imposte. Mentre il pagamento della Tasi slitta a ottobre perché il Comune non ha deliberato le aliquote entro il 23 maggio, gli abitanti del quartiere, che lamentano uno stato di abbandono da parte del Comune, chiedono di essere esentati dal pagamento del tributo.

«La richiesta – dicono i residenti del quartiere Valentia – è dovuta all'assoluta mancanza di qualsiasi manutenzione elencata nella legge; la Tasi è infatti la tassa sui servizi forniti da attività comunali che non possono essere offerte a domanda individuale quali l'illuminazione pubblica e la manutenzione stradale. Più precisamente - sottolineano i cittadini della zona di Valentia - la manutenzione delle strade e l'illuminazione pubblica, oltre al taglio dell'erba, servizi mai eseguiti e affidati alla buona volontà dei cittadini».

E le richieste di intervento al Comune non sono nuove. In passato ci sono state sollecitazioni diverse e ripetute, ma nessun effetto pratico è stato prodotto. «A ripetute richieste – dicono ancora gli abitanti della zona – questi servizi non sono mai stati eseguiti con la motivazione che: “per svariati motivi non è compito del Comune”».

La protesta, dunque, andrà avanti. Anzi, sembra proprio destinata a inasprirsi ulteriormente sino ad assumere i contorni di una vera battaglia sociale. «Non riteniamo giusto il pagamento di un tributo riferito ad un servizio che il comune si rifiuta di svolgere, con delle motivazioni che si ritengono discutibili. Chiediamo pertanto che tale tributo denominato Tasi o in seguito con altri nomi, venga sospeso fino a quando non si trovi un accordo tra le parti».

Ivana Fulghesu

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