La Nuova Sardegna

Oristano

Malocchio e estorsioni, la questura lancia l’allarme

di Elia Sanna
Malocchio e estorsioni, la questura lancia l’allarme

Dopo il caso della giovane donna truffata da una rom, parla il vice questore «Molti non denunciano per vergogna. A cadere nella rete non solo gli anziani»

23 giugno 2014
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ORISTANO. Prezzemolo e finocchio per togliere il malocchio con la protezione della Madonna dell'Incoronata. Iniziava con queste parole il film del 1983 di Sergio Martino, con Lino Banfi e Johnny Dorelli. Era la parodia delle storie di fatture e malocchi: raccontava storie legate alle credenze popolari, ma veramente accadute nel nostro paese.

Pari pari a quanto è accaduto alcune settimane fa a San Nicolò d'Arcidano quando una giovane rom è riuscita ad estorcere denaro e oro ad una giovane madre di famiglia. La fattucchiera però non si è accontentata della prima truffa e ci ha riprovato convinta di fare il colpo grosso. Dopo aver intascato 300 euro e tutto l'oro, la nomade, residente nel campo sosta di Arcidano, ha chiesto alla vittima 3000 euro per riavere indietro l'oro e con esso i ricordi di famiglia.

Il tentativo di estorsione è stato però vanificato dall'intervento della polizia grazie alla denuncia fatta dalla vittima. Fortunatamente infatti la donna vittima del raggiro ha avuto il coraggio di spezzare quel muro di omertà che spesso avvolge la gente dei nostri piccoli paesi.

«Spesso questi episodi rimangono custoditi nelle mura della casa – ha osservato il vice questore vicario di Oristano, Giuseppe Eufemia –. Le vittime che cadono nelle mani di truffatori non hanno il coraggio di denunciare questi fatti per la vergogna che ne può derivare davanti a parenti e compaesani. In questo caso la giovane donna, si è fatta coraggio ed ha raccontato tutto, permettendo ai nostri agenti di individuare la truffatrice, di denunciarla alla magistratura e soprattutto di recuperare l'oro dato in pegno per annullare quel malocchio».

La nomade aveva convinto la vittima di turno a farsi consegnare i soldi e l'oro per cancellare una “fattura” fatale, che le sarebbe stata confezionata da un’amica invidiosa. L'oro, proprio come nel film di Banfi, serviva come sacrificio da offrire alla Madonna. È stato proprio questo dettaglio ad insospettire la vittima che ha deciso di chiedere l'intervento della polizia. Assecondando la pretese della giovane rom la donna ha fatto scattare la trappola e la polizia ha individuato la truffatrice recuperando nel campo nomadi tutto l'oro e restituendolo alla proprietaria.

«La singolarità di questa vicenda, che per molti versi ricalca altre truffe simili – ha ricordato il vice questore –, questa volta nella a farsi imbrogliare è stata una persona giovane e non, come generalmente accade un anziano che magari vive da solo. È perciò indispensabile che tutti prestino attenzione per evitare truffe di questo genere. Quando alla porta di casa bussa qualche sconosciuto – ha sottolineato Giuseppe Eufemia – è preferibile non aprire la porta e avvisare le forze dell'ordine».

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