La Nuova Sardegna

Oristano

InBosa: «I Comuni contro le ricerche sottomarine»

di Alessandro Farina
InBosa: «I Comuni contro le ricerche sottomarine»

Preoccupazione per la richiesta della multinazionale tedesca Schlumberger Vorrebbe effettuare indagini geofisiche lungo la costa della Planargia

12 giugno 2014
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BOSA. Dopo la battaglia del comitato NoRadar di qualche anno fa a Tresnuraghes, e quella degli oppositori dell’investimento immobiliare e golfistico a Tentizzos ancora in corso nella città del Temo, un altro fronte si apre nella difesa delle risorse ambientali del territorio. «Le amministrazioni comunali della Planargia si uniscano per dire no alle ricerche petrolifere nel mare antistante la costa centro occidentale dell’isola», è l’appello lanciato del comitato ambientalista InBosa. Gli attivisti lanciano l’allarme e si oppongono alle possibili ricerche al largo delle coste oristanesi e sassaresi.

Per il movimento InBosa infatti «La procedura è avviata. Le istituzioni hanno come termine il 7 luglio per fare le loro osservazioni. La Schlumberger (una delle più grandi società di servizi petroliferi al mondo, ndc), ha presentato al Ministero dell’Ambiente la Valutazione di Impatto Ambientale per eseguire indagini geofisiche nel mare prospiciente la Planargia dal Sassarese all’Oristanese allo scopo di verificare la presenza di idrocarburi».

Se venissero effettivamente individuati potrebbero dare il via alla realizzazione di pozzi di trivellazione «Davanti alle nostre coste, in perfetto contrasto con le speranze di rinascita economica che si chiamano turismo, ambiente e paesaggio». Le ricerche tra l’altro potrebbero essere effettuate con la tecnica del rilievo sismico denominato Air Gun, ovvero con «Potentissimi spari d’aria o di altri gas nelle profondità marine, ovviamente dannosi per la fauna, e dunque incompatibili con la pesca, attività fondamentale per il nostro territorio e, direttamente, per molti di noi», rimarca InBosa, ricordando come questo tipo di sondaggi siano osteggiati in molte parti d’Italia e del mondo.

Da qui nasce la forte preoccupazione espressa dall’associazione ambientalista bosana che auspica che le amministrazioni locali «Assumano da subito forti opposizioni al progetto, come già fatto da alcune di loro». Con l’ulteriore desiderio che si formi un movimento che unisca la forza di associazioni e di cittadini per dire no alle ricerche di idrocarburi in alto mare. Il motivo è contenuto nelle conclusioni del documento di InBosa: «La salute e le speranze di rinascita passano anche attraverso la faticosa e strenua difesa del territorio e dei beni comuni».

Prima che le trivelle arrivino, il fronte degli oppositori è pronto a compattarsi. Nell’Oristanese c’era già stata una rivolta quando di fronte a Is Arenas si parlava proprio di sfruttare il mare per piazzarvi delle pale eoliche. La mobilitazione allora ebbe i suoi frutti.

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