La Nuova Sardegna

Oristano

Il sinodo diocesano comincia oggi e si occupa della crisi

di Mario Girau

A indirlo sarà il vescovo di Ales-Terralba Giovanni Dettori Delegati di 57 parrocchie, la Chiesa prova a leggere i tempi

08 giugno 2014
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ALES. Davanti a delegazioni di 57 parrocchie, questo pomeriggio, festa di Pentecoste, in cattedrale, il vescovo Giovanni Dettori indice ufficialmente il sinodo diocesano. Dal prossimo ottobre e fino a Natale la chiesa locale camminerà insieme per cercare modi e forme nuove per aprire le porte e le finestre della comunità cristiana, “andare fino alle periferie esistenziali”, diventare un effettivo ospedale da campo, come vuole Papa Francesco, che preferisce una Chiesa acciaccata piuttosto che immobile. L'evoluzione dei tempi offre motivi di preoccupazione seria, anche nel territorio. «Il progressivo distacco dalla religiosità e dall'adesione alla Chiesa segna la vita – dice don Nico Massa, parroco a Villacidro e vicario diocesano per la pastorale – di tutti i nostri paesi, dalla Marmilla al Terralbese e al Medio Campidano. Tutte queste zone sono anche accomunate dalla sofferenza per la profonda crisi economica, che mortifica ogni tipo di speranza soprattutto tra i giovani. La famiglia manifesta sempre più segnali di fragilità nella sua tenuta e soprattutto appare meno interessata alla missione di essere luogo di trasmissione e di riconsegna del patrimonio spirituale». Anche la pratica cristiana, secondo molti parroci, si è impoverita. Resistono battesimo, prima comunione, cresima. Più incerta la tenuta del matrimonio-sacramento. «Soppiantato o a lungo preceduto, in tanti casi, dalla convivenza o dal solo matrimonio civile», aggiunge don Massa.

Uno degli obiettivi del sinodo è la costituzione di unità pastorali: sinergie istituzionalizzate tra parrocchie per unire le risorse culturali, organizzative e religiose, e meglio affrontare le sfide che la vita contemporanea presenta alla Chiesa». Il cammino sinodale, avviato subito dopo il primo annuncio dato da monsignor Giovanni Dettori il giovedì santo del 2013, è iniziato nello scorso ottobre con una serie di incontri parrocchiali e vicariali. Dopo l'indizione di oggi, una commissione preparatoria metterà a punto l'”instrumentum laboris”, che sarà discusso, approfondito e votato dalle commissioni sinodali riunite in cinque sessioni presiedute dal vescovo, L'ultima, probabilmente per l'epifania del 2015, con l'approvazione e pubblicazione del documento finale.

«Difficilmente – aggiunge don Massa – il prossimo sinodo produrrà regole e prescrizioni. Darà, invece, quasi sicuramente suggerimenti, indirizzi e proposte pastorali per far camminare la Chiesa in modo moderno e adeguato ai tempi».

«Quello che sta per aprirsi - dice monsignor Francesco Tuveri, parroco di Gonnostramatza e direttore dell'archivio storico – è l'undicesimo sinodo dopo l'unificazione, nel 1503, delle diocesi di Ales (Usellus) e Terralba. L'ultimo risale al 1775 e fu presieduto dal vescovo Giuseppe Maria Pilo».

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