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I medici di famiglia: «Basta critiche, meritiamo rispetto»

I medici di famiglia: «Basta critiche, meritiamo rispetto»

ORISTANO. Sono i medici di fiducia scelti da milioni di italiani, ma spesso sono snobbati e criticati ingiustamente dall’opinione pubblica e persino dal mondo sanitario. In Sardegna sono oltre 1.400...

19 maggio 2014
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ORISTANO. Sono i medici di fiducia scelti da milioni di italiani, ma spesso sono snobbati e criticati ingiustamente dall’opinione pubblica e persino dal mondo sanitario. In Sardegna sono oltre 1.400 mentre in provincia il loro numero si attesta sulle 140 unità: il rapporto previsto dalla legge è infatti di uno ogni abitanti. Sono loro i medici che a livello nazionale rappresentano la Federazione dei medici di medicina generale, una delle maggiori d’Italia.

Oggi più che mai hanno un ruolo decisamente importante nel complesso mondo sanitario locale, perché conoscono la storia clinica e personale del paziente. Mai come in questo periodo, inoltre, devono far fronte a nuove incombenze sempre più complesse in virtù delle riforme in atto soprattutto sul versante della digitalizzazione e informatizzazione del sistema sanitario.

Ma non è la prima volta che ricevono critiche gratuite che ne vanificano il ruolo. «Purtroppo siamo stati soggetti a critiche negative che hanno condizionato anche l'opinione pubblica – ha osservato Alessandro Usai, ex responsabile isolano e attuale vicario del segretario regionale, Giovanni Barracciu –. Colpa delle voci non verificate e di cittadini che si lamentano per piccoli episodi sporadici. Certo in tutte le professioni ci sono casi negativi, ma non si può colpevolizzare così una intera categoria».

Con la burocrazia imperante, la sanità è uno dei settori maggiormente frenati. Succede che spesso i medici di fiducia vengono dipinti come semplici passacarte soprattutto quando devono emettere una ricetta, salvo poi passare per colpevoli nel momento in cui servono le visite domiciliari. Non ci si può dimenticare che il medico di famiglia è comunque il primo riferimento quando affiorano i problemi di salute. «Anche queste situazioni spesso vengono amplificate oltre misura e spesso per cose banali, ma il nostro lavoro è sempre più complesso – ha ripreso Alessandro Usai –. Dobbiamo garantire tre ore di ambulatorio al giorno ma sforiamo costantemente e poi provvedere alle visite domiciliari al mattino con veri e propri tour de force. Non a caso voglio citare i problemi che incontrano i colleghi che operano nella periferia e nelle realtà rurali. La situazione più critica è quella della Marmilla con tanti piccoli paesi. I colleghi devono gestire contemporaneamente anche quattro ambulatori».

Altro settore importante e che è oggi più che mai parte integrante del lavoro del medico di famiglia è sicuramente l’assistenza domiciliare. «In particolare quella integrata che deve essere gestita dal medico di famiglia il quale ha la responsabilità quasi totale del servizio – ha sottolineato Alessandro Usai – e che si svolge nella maggior parte tra le mura domestiche. Le recenti competenze come l'avvio del sistema Medir, l'informatizzazione regionale, o la ricetta telematica hanno aumentato il carico di lavoro».

Elia Sanna

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