La Nuova Sardegna

Oristano

Lavori nello scalo di Pischeredda, nuovo scontro fra Riola e Cabras

di Claudio Zoccheddu
Lavori nello scalo di Pischeredda, nuovo scontro fra Riola e Cabras

I pescatori del Consorzio Pontis hanno ripristinato la vecchia peschiera con pali e reti metalliche Il sindaco Ivo Zoncu ha emesso un’ordinanza: «Devono smantellare tutto entro 10 giorni»

17 maggio 2014
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RIOLA SARDO. Adesso lo scontro è frontale. L’episodio che ha risvegliato l’astio tra l’amministrazione comunale di Riola e il Consorzio dei pescatori di Cabras è andato in scena ieri sera nell’antico scalo di Pischeredda, dove i pescatori stanno ripristinando la vecchia peschiera.

Lavori che comportano la posa di con pali e reti metalliche, che sono stati piantati in acqua in corrispondenza della foce del rio Mar’e Foghe. Il lavoro dei pescatori, però, non è piaciuto al sindaco Ivo Zoncu che ha risposto con un’ordinanza che intima la rimozione immediata dei pali e delle reti: «Un lavoro sciagurato, hanno anche provato a gettare sabbia ma sono stati fermati dal Comune di Nurachi», ha detto il primo cittadino subito dopo aver emanato l’ordinanza, «adesso hanno dieci giorni di tempo per rimuovere i pali e le reti, poi scatta la denuncia».

A preoccupare Zoncu ci sono i vecchi mali del rio Mar’e foghe, tra cui la proliferazione del giacinto d’acqua e rischi causati da una probabile nuova infestazione della pianta tropicale: «In gioco c’è la salute pubblica, i pescatori devono rimuovere quei pali e devono farlo subito», conclude il sindaco.

La risposta di Francesco Meli è stata lapidaria: «Non ci pensiamo neanche lontanamente, stiamo solo ripristinando le condizioni della vecchia peschiera. Tra l’altro, non capisco di cosa si preoccupi il sindaco. Abbiamo avvisato la Regione, come facciamo sempre quando si fanno lavori nello stagno. Sono loro i nostri interlocutori».

Quando poi si parla di giacinti, Francesco Meli rovescia le carte in tavola: «Questa storia deve finire. Anzi, il sindaco di Riola deve sapere che siamo pronti a denunciarlo se aiuterà i giacinti a ritornare nello stagno di Cabras».

Dopo un periodo di silenzio, dunque, la polemica ritorna sulla rive dello stagno e infiamma la zona di Pischeredda e del rio Mar’e Foghe, dove si incrociano le competenze di tre Comuni (Cabras, Nurachi e Riola Sardo) e gli interessi economici del Consorzio Pontis, che gestisce lo stagno su concessione regionale.

Il problema è però sempre lo stesso, quello che si ripete puntualmente ogni anno quando i giacinti d’acqua escono dal “letargo” invernale e ritornano a preoccupare pescatori e amministratori. A complicare le cose, poi, c’è un’annata di pesca che si preannuncia ottima e che secondo i pescatori non può convivere con i rischi causati dalle piante galleggianti. Un punto di vista che non interessa Ivo Zoncu e la sua amministrazione, convinta che per debellare le piante si deva fare in modo che abbandonino l’acqua dolce del rio Mar’e Foghe e affondino le radici nell’acqua salmastra dello stagno.

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