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Oristano

Il Consiglio: rivedere l’intesa sui Giganti

Il Consiglio: rivedere l’intesa sui Giganti

L’assemblea civica ha votato una proposta dell’opposizione che impegna a ridiscutere l’intesa

15 aprile 2014
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CABRAS. La storia della laguna deve restare in laguna. L’amministrazione comunale di Cabras, infatti, sarà la prima a proporre un protocollo d’intesa a Stato e Regione che vincolerà le scoperte archeologiche a un’esposizione prettamente locale.

La proposta è arrivata dai banchi del gruppo “Per Cabras” durante l’ultimo consiglio comunale ed è stata votata all’unanimità dall’assemblea cabrarese. All’ordine del giorno del consiglio c’erano le autorizzazioni agli scavi archeologici sulle terre vincolate dall’uso civico e la sottoscrizione di una convenzione per gli scavi nell’area di Mont’e Prama.

Permessi concessi dal consiglio comunale ma legati, quindi, alla sottoscrizione di un documento che possa garantire l’esposizione degli eventuali nuovi reperti nelle strutture lagunari. «Non stiamo discutendo il titolo di proprietà dei beni archeologici, che ovviamente appartengono allo Stato. La nostra proposta prevede l’esposizione a Cabras di tutto ciò che viene rinvenuto nel Sinis e la restituzione di quanto è stato portato via fino ai giorni nostri», spiega il capogruppo di Per Cabras, Ivo Zoccheddu. «Le teche espositive dei musei di Cagliari e Sassari contengono tantissimi reperti provenienti dal territorio comunale di Cabras. Un numero tale, per mancanza di spazio, è custodito nei sotterranei degli stessi musei quando, invece, potrebbero essere esposti a Cabras».

A rimorchio, il consiglio comunale ha approvato anche un’altra proposta inoltrata dal gruppo “Per Cabras” e appoggiata anche dall’altro gruppo di minoranza, “Progetto Comune”.

Infatti, l’amministrazione comunale si è impegnata a ridiscutere il protocollo d’intesa che stabilisce l’esposizione, tra Cagliari e Cabras, del complesso scultoreo rinvenuto ai piedi della collina di Monte‘e Prama nel 1974. L’obiettivo proposto da Ivo Zoccheddu, e recepito dal consiglio, è la revisione del documento in modo che possa essere sancito il definitivo rientro in laguna di tutte la statue di arenaria. Nella prima versione del protocollo d’intesa, firmata nel 2011, non era chiaro quale fosse il succo dell’accordo. Eccezion fatta per il fulcro della questione che, di fatto, divideva la statue in due esposizioni distinte. Ma, al di là delle manifestazioni di volontà espresse ora dall’amministrazione, sarà davvero impegnativo rimettere mani al protocollo, e soprattutto superare i vincoli imposti dalla legge che destina al Museo nazionale le collezioni dello spessore pari a quello di Mont‘e Prama.

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